FORUM: San Donato |
05/11/2012 20:47:45 - Dompè doveva negoziare con Eni diversamente - (Luca Isabella) |
>In quest'ottica decise di cederlo al Comune non solo a costo zero, ma addirittura assicurando la copertura x tre anni delle perdita di gestione annuale (3 X 5 milioni). Sappiamo però che quei soldi non aiutarono a favorire il passaggio della proprietà da Eni ad una società dotata di adeguate risorse ed esperienze, scelta attraverso regolare bando di gara pubblica, bensì rappresentarono l'inizio di un pasticcio ancora non risolto e che, come stiamo vedendo, sta costando molto caro alla città. Esatto, ma non erano i soldi che consentivano il passaggio, bensì la volontà e la professionalità per effettuarlo. Personalmente ho visto solo generale disinteresse per il bene da parte dell'amministrazione precedente (non avevano nemmeno i documenti tecnici degli impianti, nè era stati fatto, almeno fino al 2003, un esatto censimento dei cespiti), appetiti di vario tipo e errori di valutazione madornali. Fu fatta la gara pubblica, ma a parte un soggetto, nessuno si era azzardato a partecipare, avendo chiara coscienza che era economicamente sostenibile. Purtroppo, la Gism ha partecipato e ha vinto, ha proposto un piano migliorativo, ma ormai era troppo tardi, da ogni punto di vista. Certo, si può fare un'azione di moral suasion nell'ambito del loro progetto di responsabilità sociale d'impresa. Dopotutto è anche vero che la nostra cittadini sopporta i numerosi disagi derivanti dagli uffici ricavandone pochi vantaggi, ormai. Visto che i soldi comunque li spendono http://www.eni.com/it_IT/sostenibilita/comunita/investimenti-comunita/investimenti-comunita.shtml , forse qualcosa ne può venire fuori. Altre ipotesi non me ne vengono. Non mi viene in mente alcun business plan sostenibile. |
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