FORUM: Varie |
03/12/2012 15:08:32 - l'asta del Cardinale - (Andrea Lanzoni) |
> Però, in una visione laica, in cui tutto si confronta e si critica, niente può restare fuori dalla possibilità di giudizio. E' esattamente questo l'integralismo laicista: tutto può essere sottoposto a giudizio, niente può restare fuori. La religione diviene perciò una componente umana che laicamente (che ha sempre più il significato etimologico di 'liberamente') si può giudicare. Questo pensiero prende la religione e la soppesa col metro umano: come dire un po' di Isaia e un po' Kant, vediamo che effetto che fa..... La marginalizzazione non è solo frutto dell'arretratezza della chiesa a proporsi, bensì dell'equiparazione di tutto ciò che circonda l'uomo adoperata dalla civiltà laica . Laicità quindi come autentica depositaria della libertà secondo il motto "liberi di credere". Ma la libertà é da sempre il fondamento della .......religione! La corretta lettura del libero arbitrio non é "liberi di credere" (che vuol dire tutto e niente), bensì "liberi PER credere". La libertà non é far ambire ad ogni uomo di essere una canna al vento sbattuta da tutte le parti (senza accogliere nessuna delle parti). La libertà é dare all'uomo la possibilità di relazionarsi da soggeto a soggetto: questa é la religione. Una grande cantonata della Storia è stata la celeberrima frase di Cartesio "Cogito ergo sum". L'uomo cioè che definisce sè stesso. Un celebre teologo protestante (K.Barth) diede una correzione magistrale alla frase di Cartesio aggiungendo una semplice 'r', per cui divenne: "Cogitor ergo sum". Il verbo cioè coniugato al passivo: "sono pensato, per questo sono". |
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