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08/01/2013 13:53:42 - meritocrazia - (Andrea Lanzoni) |
In un Paese corporativo e con innumerevoli rendite di posizione (peggio di una monarchia) la meritocrazia é un termine poco noto e poco praticato. E' importante però stare attenti a non passare da un estremo all'altro, ovvero ad una società intesa come grandi praterie da cavalcare per poter meritocraticamente ottenere il massimo senza limiti. In effetti, all'estero ma anche in Italia, c'è un settore economico che si é fondato, da 15-20 anni a questa parte, sulla meritocrazia: é il settore bancario. Le banche una volta erano prevalentemente dei pachidermi a controllo statale che lavoravano in modo semplice (e soporifero). Poi, in parte per via della privatizzazioni, in parte per la liberalizzazione della circolazione dei capitali e la conseguente concorrenza(prima assente)di istituti esteri, sono diventate aggressivi centri di profitto. Sono lievitati a dismisura i prodotti finanziari e soprattutto si é usata la meritocrazia, cioè il ricorso ai bonus per massimizzare i profitti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti da cinque anni a questa parte. Quando la meritocrazia viene assunta a valore (assoluto), tipico di una società relativista in crisi di valori, si hanno poi distorsioni a catena come un vaso di Pandora. Illuminante mi pare il seguente articolo, non tanto per la notizia che é di un mese fa, quanto per gli effetti che si stanno generando: http://www.avvenire.it/Economia/Pagine/scandalo-libor-sacco.aspx |
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