FORUM: Varie

12/01/2013 10:42:40 - Intanto in Portogallo...(lungo, ma drammaticamente reale) - (Daniele Borriero)

> >Vorrei essere meno pessimista, ma non riesco a rassegnarmi, anche se non vedo vie d'uscita malgrado la consapevolezza di quanto stia accadendo.
>>L'unica via d'uscita è conseguenza di una presa di coscienza collettiva, che ritengo del tutto remota.
>>
>
>La via d'uscita c'è ed è anche molto semplice. Rimboccarsi le maniche, ma forse non tutti sono disposti a farlo. Io ho conosciuto persone che hanno risollevato le sorti dell'Italia dopo una guerra mondiale, scusa se è poco, e non si sono tirate indietro nemmeno di fronte alla brutta esperienza del fascismo. Per cui non diciamo eresie e ribadisco (immagino che avrai capito che il riferimento ai marziani non era che una battuta) restiamo con i piedi per terra e continuiamo a guardare avanti a testa alta difendendo la libertà che i nostri genitori con sacrifici disumani ci hanno lasciato.
>
>

Belle parole, ma sterili.
Peccato che il momento attuale non sia lo stesso del dopoguerra: non abbiamo avuto bombardamenti che hanno distrutto case, fabbriche e attività, non si deve ripartire da zero, non c'è un mercato da riempire con oggetti "nuovi", non c'è neppure quel clima di solidarietà tra persone, cittadini, vicini di casa che c'era all'epoca, non c'è un Piano Marshall.
All'epoca bastava avere voglia di alzarsi alle 4 di mattina, avere una bancarella sul mercato e facevi i soldi. Oppure avere un'idea e aprivi un'attività e avevi successo.
Se avevi talento, trovavi facilmente lavoro.
Se avevi voglia di lavorare, pure.
Da sempre io lavoro nell'editoria, ti posso dire che una volta un bravo disegnatore e vignettista trovava facilmente spazio sul mercato e reddito per sopravvivere.
C'erano realtà sconosciute ai più che davano lavoro a tanti talentuosi, come questa http://it.wikipedia.org/wiki/Gamma_Film
Oggi molti editori preferiscono comprare a basso costo materiale prodotto all'estero o riciclare materiale.
La gente non legge più, si dice. Ma anche il prodotto è peggiorato, e anche quei pochi che stanno a galla, come l'editore per cui lavoro, non possono di certo fornire occupazione a tutti.
Oggi per il nostro tempo libero consumiamo prodotti provenienti dall'est asiatico, in ispecie elettronici.
Io colleziono biciclette d'epoca. Quanti lavoravano nel campo un tempo?
Quanti oggi?
Quanti telai vengono fabbricati in Cina e marchiati con nomi italiani?
La verità è che si sono ridotti enormemente gli spazi per interagire sul mercato, e quelli residui vengono ulteriormente erosi progressivamente, e non possiamo neppure adottare politiche protezionistiche.
Per come stanno le cose, dire "rimbocchiamoci le maniche" è semplicistico, perché tra poco avere un "reddito da lavoro" sarà solo un colpo di fortuna.

STAMPA
Messaggio Forum stampato da RecSando, www.recsando.it - Data: 09/11/2024 12:59:35