FORUM: Varie

12/01/2013 11:38:58 - Intanto in Portogallo...(lungo, ma drammaticamente reale) - (Luca Isabella)

>Per come stanno le cose, dire "rimbocchiamoci le maniche" è semplicistico, perché tra poco avere un "reddito da lavoro" sarà solo un colpo di fortuna.

Ovvio. Come dicevo, la globalizzazione dei mercati ha cambiato il mondo del lavoro. Ieri c'erano i vignettisti italiani con il loro foglio e matita che lavoravano. Oggi ci sono milioni di vignettisti in tutto il mondo con il loro computer che possono disegnare e inviare file ovunque. Ieri i laureati italiani erano una quantità esigua. Nei prossimi 10 anni si laureeranno nel mondo la stessa quantità di persone che si non laureate in tutto il secolo scorso.

Abbiamo avuto anni e anni - la globalizzazione è iniziata negli anni 70 - per capire come differenziarci. Le nazioni più evolute hanno investito in conoscenza e ricerca, hanno cercato di creare delle barriere, dei fattori distintivi che potessero proteggerle da questa prospettiva. Noi abbiamo fatto il contrario, abbiamo gozzovigliato fino alla fine come se niente fosse. All'estero si studiava e si lavorava, qui si compravano le squadre di calcio.

Oggi, imprese e lavoratori si trovano fuori mercato. I loro prodotti, i loro metodi di produzione, le loro competenze sono uguali, se non addirittura peggiori, di quelle dei loro omologhi nei paesi emergenti. Di chi è la colpa?

Quindi, inutile lamentarsi di una situazione che sembra irreversibile a livello di politica globale. Dobbiamo ragionare e darsi un gran da fare per imparare, studiare, inventare, brevettare. Non è facile, soprattutto perchè siamo anche indebitati fino al collo. Ma non c'è alternativa.

Vogliamo vedere una cosa facile-facile che ci distingue rispetto al resto del mondo: la bellezza della nostra nazione. Nessuno ha il nostro territorio e il nostro patrimonio artistico. L'abbiamo distrutto e saccheggiato, assegnato le nostre spiagge a clientele, abbandonato il patrimonio artistico al declino, venduto i vendibile ai capitali esteri.

Finchè ci lamentiamo di quanto è ingrato il destino, non migliorerà nulla. Tutti i popoli passano momenti di crisi, come le persone. Solo quelli che dimostrano resilienza sopravvivono. Gli altri scompaiono.

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