FORUM: Varie

12/01/2013 15:50:01 - Intanto in Portogallo...(lungo, ma drammaticamente reale) - (Giorgio Soave)
>Finchè ci lamentiamo di quanto è ingrato il destino, non migliorerà nulla. Tutti i popoli passano momenti di crisi, come le persone. Solo quelli che dimostrano resilienza sopravvivono. Gli altri scompaiono.

Ieri stavo facendo delle considerazioni a ruota libera su certi popoli come i portoghesi che, poverissimi, hanno saputo conquistare mezzo mondo e poi sono tornati poveri.
Tutti i popoli hanno dei cicli di sviluppo e ricchezza, poi di decadenza e povertà. Noi italiani siamo ora nella fase discendente. Il nostro destino è deciso dai governanti, ma anche da uno spirito collettivo che va e viene.
Ora stiamo godendo l'eredità dei nostri padri che, uscendo dalla dittatura e dalla guerra, avevano lo stimolo per darsi da fare e arricchirsi. Ci siamotrovati a vivere in un'epoca felice e, diciamolo pure, ci siamo lasciati un po' andare e ci siamo affidati a governanti disonesti e incapaci, che invece di arricchirci ci stanno impoverendo.
Dobbiamo ancora toccare il fondo perchè ritroviamo noi stessi e ci sentiamo obbligati a rimboccarci le maniche e ad affidarci a governanti onesti e capaci.
Aquesto si aggiunge il nuovo fenomeno della finanziarizzazione dell'economia, che sfruttando le nuove tecniche di comunicazione è immersa in un vortice speculazioni a breve termine per realizzare facili guadagni (o facili perdite omprando e vendendo titoli o, sempre più spesso, patacche finanziarie di nuova concezione che danno a tutti l'illusione di arricchirsi, quando invece, se la ricchezza globale rimane la stessa, c'è chi si arricchisce ma ci deve essere anche chi si impoverisce. Ilmondo èdiventato un enorme casinò, che non produce ricchezza (anzi rinuncia a produrne di nuova) ma la cerca portandola via agli investitori meno avveduti e fortunati.
Gli impenditori che, invece di reinvestire gli utili nelle loro aziende, li portano all'estero o li giocano in borsa, sono i figli di quelli che nel dopoguerra si erano rotti la schiena per ricostruire l'Italia, producendo nuova ricchezza. E che forse non hanno saputo cedere le briglie in tempo ai loro figli, lasciati a divertirsi senza imparare il mestiere.
Ora a una situazione economica difficile si aggiunge un sistema legislativo e di governo che si oppone alle nuove iniziative. Chi vuole intraprendere viene scoraggiato da una burocrazia borbonica, i cui unico scopo pare essere quello di impedire tutto quello che non è espressamente permesso.

Per fare un esempio, in Settembre ho ricevuto da un'azienda di Parma la richiesta di prepararle certi codici di calcolo per la progettazione dei compressori. Primo ostacolo: non ho la Partita IVA e non posso emettere fatture (e non ho nessuna intenzione di aprirla per farmi braccare all'Agenzia delle Entrate).
Potrei farmi pagare sulla base di una nota di prestazione (ma non più di 5000 euro all'anno, non sia mai che mi arricchisca troppo).
Ma già so che, fra tasse e contributi, metà del guadagno andrà perso. E che l'INPS mi penalizzarà la pensione per un paio d'anni almeno. Ne vale la pena ?
Sto lavorando come uno schiavo da Settembre e ormai ho quasi finito il lavoro; ho continuato per il puntiglio di vederlo completato e di avere fatto qualcosa di valido. Ma la tentazione di regalare il pacchetto al committente, così lui risparmia e io vivo tranquillo, è forte...

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