FORUM: Varie

13/01/2013 10:45:31 - Intanto in Portogallo...(lungo, ma drammaticamente reale) - (Luca Isabella)

>Quindi, questa riforma delle pensioni, errore di calcolo o precisa volontà?

Io credo che la stessa premessa possa portare a diverse conclusioni. Proviamo a ricapitolare:

- L'Italia è piena di debiti, che deve costantemente rinegoziare. Se una tranche di negoziazione salta, è finita.

- L'Italia da molti anni non cresce, anzi decresce. Non è un problema locale, ma di posizionamento competitivo globale, quindi non di facile soluzione, non basta immettere liquidità.

- L'Italia ha attuato e attua politiche di ridistribuzione clientelare del reddito unitamente a una corruzione diffusa. Ciò ha determinato un costante aumento della spesa corrente, aggravata da un'evasione fiscale seconda solo alla Grecia.

- Il sistema produttivo italiano ha una bassa competitività. Ciò è legato a molteplici fattori: mancata innovazione di prodotto e di processo, peso dello Stato e della burocrazia, alti costi dei fattori produttivi soprattutto a causa di monopoli (es. energia), mancanza di legalità, corruzione.

- Complessivo clima culturale con poco senso della collettività, bassa responsabilizzazione dei cittadini, protezione dei vantaggi corporativi, lobbysmo diffuso, ideologie frenanti.

Ora, forse siamo ancora in tempo per correggere il tiro. Come prima cosa dobbiamo decidere se farlo rimanendo nel sistema o uscendone. Uscire dal sistema significa rinegoziare il debito con tutte le conseguenze di questa scelta. Forse, fra 10-20 anni, dopo lacrime e sangue, ne saremo usciti. Rimanere nel sistema significa essere in balia dei creditori.

I creditori chiedono - come ovvio - rigore e crescita. Da un punto di vista economico, sono due termini che si contraddicono. Secondo l'economia classica, per creare crescita servono capitali e purtroppo ce li siamo bruciati negli scorsi anni. Quale risorsa rimane? Una sola: l'energia delle persone, la voglia di uscire da questa situazione con le nostre gambe e a testa alta.

Purtroppo, le persone reagiscono in tre modi: o se ne vanno (se possono), o chiedono un intervento dello Stato (recuperando risorse dai risparmiatori), o fanno i loro interessi in barba a tutto e tutti.

La situazione, ha ragione Daniele, è desolante.

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