FORUM: Varie

16/01/2013 08:03:33 - Intanto in Portogallo...(lungo, ma drammaticamente reale) - (Daniele Borriero)

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>>Uscire dal casinò e tornare a privilegiare l'economia reale a quella finanziaria, utilizzando tutti gli strumenti necessari.
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>Esattamente, ma questo non lo si fa proprio per la globalizzazione. Immagina di avere in tasca qualche milione di euro: ti metti a produrre computer o lavatrici con un margine del 5%, oppure li metti nei mercati finanziari per avere un margine possibile del 20-40%? La maggior parte delle persone sceglierebbe la seconda ipotesi.
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>Quindi, o si riesce a riportare i margini della produzione di beni a un livello accettabile, oppure i capitali andranno sempre nella grande roulette planetaria della finanza.


Il mercato italiano è saturo. A livello europeo molti paesi sono nella nostra stessa situazione. Ciò ha ridotto nel tempo i margini di chi produce e vende nel nostro paese. (per dire, ricordate che qualche anno fa vi erano anche politiche protezionistiche come il contingentamento per le vendite delle auto giapponesi? http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/03/stop_alle_auto_made_Tokio_co_0_9301033317.shtml).
Una prima strategia per aumentare i margini fu la delocalizzazione delle imprese, facilitata dall'ingresso in UE dei paesi dell'est http://temi.repubblica.it/limes/perche-le-imprese-italiane-scelgono-lest-europeo/36424?printpage=undefined.
Ricordo anni fa, in Ungheria: lo stipendio medio di 200 euro, e i nuovi centri commerciali giganteschi e faraonici ma attraenti con le scarpe italiane che costavano più di una mensilità, e negli hotel trovavi le istruzioni in italiano su "come aprire un'impresa in Ungheria", con tutti gli incentivi del caso.
D'altronde, puoi ridurre quanto vuoi gli stipendi da noi, ma difficilmente risulteremo competitivi con la Serbia, per esempio, dove è andato Marchionne (e non solo lui http://www.ice.it/paesi/europa/serbia/upload/094/PRESENZAitalianaAprile2011.pdf).
Oltre agli stipendi più bassi, hai non pochi incentivi http://www.zonaii.com/ita/investire-in-serbia/contributi-a-fondo-perduto/ e un nuovo mercato, non solo interno, poiché la Serbia è una porta d'ingresso per il ricco mercato russo http://images.newsmercati.com/f/pdf/2011/art_6034.pdf.
Date queste condizioni, il declino italiano è inevitabile, si tratta solo ora, a livello politico, di amministrare il lento default controllando le proteste.
Ma io mi chiedo il senso di tutto questo, il senso stesso di questa Europa, le cui nazioni portanti si stanno comunque arrotolando su se stesse http://www.trend-online.com/ansa/fta105605/.
L'impressione è che tutte le decisioni a livello politico siano state tarate sui benefici che esse concedevano alle imprese, soprattutto alle multinazionali, senza curarsi delle conseguenze sui cittadini, confidando solo nelle proprietà equilibratrici sul lungo periodo del libero mercato.
E che ora che i nodi vengono al pettine, non si sappia realmente cosa fare, e si tentino solo strategie difensive (l'austerità come tentativo di contenere l'impatto dei debiti pubblici non equilibrati dalla crescita del PIL).

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