FORUM: Varie |
16/01/2013 10:00:16 - Intanto in Portogallo...(lungo, ma drammaticamente reale) - (Daniele Borriero) |
> Quello che scrivi, Daniele, è a parità di condizioni attuali. Mi spiego. Se il prodotto o il lavoratore italiano è indistinguibile dal rumeno o dal serbo che costa un decimo, è ovvio che siamo finiti, abbiamo perso ogni vantaggio competitivo, è caduta ogni barriera. > >Ma se ognuno di noi si fa la punta al cervello su come migliorare (cosa che ci siamo dimenticati da anni, anestetizzati dal falso benessere del debito) e renderci distintivi, allora qualcosa possiamo fare. Non è nè facile nè immediato, ma è la ragione per cui dico che da questa crisi non si esce solo con i soldi, ma con la buona volontà e il "mazzo" di tutti. > Hai letto ai link... la manodopera dell'est non è solo basso costo, e la Serbia non è solo dogana a costo zero verso Russia e Turchia... è anche manodopera che si sta specializzando, nuovi laureati con competenze sempre crescenti, persone che si stanno facendo il mazzo più di noi. Le industrie italiane che sono andate là NON torneranno, là stanno trovando mercati nuovi e competenze elevate a basso costo, regimi fiscali da sogno (10% in Serbia esclusi incentivi per nuove assunzioni), chi glielo fa fare di tornare tra gli "imbelli" italiani? Chi glielo fa fare alle imprese italiane di rimanere? Si è aperto un rubinetto e la vasca continua a perdere acqua, progressivamente. L'Europa è nata privilegiando obiettivi di mercato, ma in poco tempo sta seppellendo le nazioni e i cittadini che le compongono, e il tutto sembra senza via d'uscita, giacché dall'Euro sembra non sia facile uscire. E poi, chi lo vorrebbe? Noi cittadini abituati a pensare dai media mainstream tutto il bene di quest'Europa? Le multinazionali per cui tutto questo è un'opportunità? Le banche, che dipendono da questo modello di Europa? Sicuramente possiamo individuare delle responsabilità politiche, giacché ci sono nomi e cognomi di chi ha aderito a questo modello. |
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