FORUM: Consumatori |
16/01/2013 14:18:41 - Criminal Mais - the end - (Giacomo Parma) |
<< -Da dove provengono i geni inseriti negli OGM? -Dal momento che il codice genetico è un linguaggio universale, in ingegneria genetica si possono in teoria usare tutti i geni presenti in natura. In realtà, non tutti gli OGM contengono geni provenienti da un altro organismo: anzi, sempre più spesso le modifiche genetiche si ottengono usando geni che provengono dalla specie a cui appartengono. Il gene viene estratto, modificato in modo da migliorarne o ridurne la funzione, e poi reinserito. Questa specie di ‘terapia genica’ genera quindi un OGM che non contiene nessun gene ‘straniero’. A proposito di questi ultimi, è necessario qualche chiarimento. Quando si introduce in una pianta un pezzo di DNA (cioè un gene) preso, ad esempio, da un pesce, non ha senso dire che si inserisce un pezzo di animale in un vegetale: una volta portato fuori dall’organismo di origine, questo frammento di DNA è solo una sostanza in grado di esprimere o meno una proteina, proteina che può essere presente in molti altri organismi oltre il pesce. -Le piante geneticamente modificate sono ‘innaturali’? -Sono ‘naturali’ esattamente come le altre. Oppure ‘innaturali’ come le altre, se si preferisce. Infatti tutte o quasi le varietà oggi coltivate (per uso alimentare e non) sono state profondamente modificate nel corso di lunghi e laboriosi programmi di miglioramento genetico. La soia coltivata, per esempio, è un prodotto del miglioramento genetico, e non esiste allo stato ‘selvatico’: non è infatti possibile ritrovarla in natura, così come non è possibile trovare in natura la fragola coltivata, altro prodotto dell’uomo. Il mais, a sua volta, deriva da un antenato che produceva solo pochi granelli, come anche il frumento. L’intervento dell’uomo ha profondamente alterato sia l’aspetto esteriore di queste piante, sia il loro patrimonio genetico. Le modificazione genetiche sono dunque sempre esistite, sia pure con tecniche convenzionali, rimescolando cioè in modo casuale il DNA delle piante. Queste tecniche possono dare ottimi risultati, ma anche produrre conseguenze imprevedibili. In passato, ad esempio, si sono fuse insieme una cellula di patata e una di pomodoro, allo scopo di ottenere una pianta di pomodoro che producesse anche tuberi di patata: il risultato, denominato ‘topato’, possedeva il fusto e le foglie della patata e le radici del pomodoro, cioè l’opposto di ciò che si voleva. A differenza di queste tecniche, le biotecnologie sono precise, cioè modificano il DNA solo nei caratteri desiderati, evitando così di stravolgere il corredo genetico delle piante. >> (fonte: http://spaziorurale.altervista.org/allegati/assobiotec.pdf) |
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