FORUM: Varie

17/01/2013 07:04:26 - Intanto in Portogallo...(lungo, ma drammaticamente reale) - (Giorgio Soave)
>abbastanza spesso, sento invocare limiti e protezioni contro le importazioni (a dire il vero non ne ricordo in questo forum), ma posso assicurare essere una tentazione assai comune nel sentire della gente. E’la “tentazione” della scorciatoia furbesca per evitare di fare la fatica di aguzzare il cervello per inventarsi soluzioni innovative ed originali.

Immagino che ti riferisca ai prodotti cinesi che stanno facendo chiudere le nostre aziende tessili e, fra un po', anche le meccaniche. I cinesi non si stanno per niente aguzzando il cervello, stanno solo sfruttando il bassissimo costo della loro manodopera.
Per essere ompetitive le aziende suddette dovrebbero ridurre anche in Italia il costo della manodopera, cosa impossibile perchè in Italia il costo della vita è molto più alto (magari fra 20 anni, a causa del nostro declino, anche il costo della vita sarà altrettanto basso; per ora i cinesi si accontentano di comprare le nostre aziende fallite che ancora possiedono un appetibile know how; vedi la Richard Ginori appena fallita o le vetrerie di Murano).
Per ora gli imprenditori italiani ricorrono alla delocalizzazione delle loro aziende nei paesi del Terzo Mondo. Così riescono a sopravvivere, ma intanto mandano a casa le loro maestranze. Quando vedo un costoso capo di abbigliamento che porta l'etichetta obbligatoria Made in PRC o Made in Romania (anche se il venditore un po' se ne vergogna e cerca di nasconderlo, come per esempio la Geox che sui suoi capi scrive "Imported by Geox") ma so che è costato un quarto di quanto costerebbe produrlo in Italia, mi rendo conto che è una soluzione inevitabile, ma devo mal giudicare quell'imprenditore che si sta arricchendo a spese dei suoi dipendenti licenziati.

E a proposito della necessità di "farsi il mazzo", non credo che quei dipendenti abbiano le risorse economiche e le competenze per inventare prodotti nuovi e competitivi. Possono solo tirare avanti comprando al mercato con i soldi del sussidio di disoccupazione i prodotti cinesi che prima producevano loro. O andarsene all'estero dove c'è ancora posto per chi cerca lavoro, magari come cameriere o pizzaiolo. Qualche volta è l'unico modo di "farsi il mazzo"

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