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17/01/2013 17:07:04 - la mediocrità - (Daniele Borriero)

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>>A me risulta, da un grafico del Labour productivity index che se trovo on line metto il link, che l'aumento della produttività in Italia è stato progressivo e pari a quello delle Germania in Italia ma si è appiattito con l'avvento dell'euro, mentre Germania e Belgio crescevano.
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>Daniele, io guardo la realtà che frequento. Moltissimi giovani e 50enni che non assumerei nemmeno se fossero gratis. Hanno poche competenze, poca voglia di fare, poco impegno, poco coraggio, poco di tutto, sono come rimbambiti. Quasi nessuno sa nemmeno l'inglese, non dico chissà quali materie. Vivono fuori dal mondo del business. Il loro problema principale è che non hanno voglia di colmare queste loro lacune. Non hanno il minimo spirito vitale.
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Nella mia vita uno dei geni che ho incontrato è stato il mio vecchio capo, classe 1922.
Partito giovanissimo e volontario (per combattere la povertà) per la guerra in Africa, imparò quel poco di inglese che parlava stando prigioniero 4 anni. http://www.cassiomorosetti.it/index.htm
Non aveva studiato che quello che gli bastava per mettere in pratica i suoi obiettivi.
La sua biografia la puoi leggere al link. Ma quello che importa è che Cassio ebbe la possibilità di creare un'attività che diede lavoro e consentì di crescere a molte persone, e lo fece non avendo alle spalle un curriculum (lo strumento con cui oggi la nostra società misura le persone e crea paletti) ma una qualità importantissima, quella di CAPIRE le persone e gli eventi.
Non era un uomo di mondo, non amava le feste: ma capiva chi si trovava davanti nel lavoro e sapeva come trarne fuori il meglio.
Con lui ho lavorato finché non ha avuto 80 anni, poi ho proseguito la stessa attività con altre persone, ma rimango ancora in contatto con lui, perché so di dovergli molto.
Oggi, una persona come lui, ne sono certo, troverebbe uno zelante quanto mediocre capo del personale che lo escluderebbe perché sulle base del curriculum il suo profilo risulta inadeguato, o un editore che gli direbbe di ripassare in quanto al momento compra materiale dall'estero e questo gli è sufficiente per l'attività.
Cosa è successo nel frattempo?
Che la nostra società si è arricchita di cultura, o così almeno crede, nella realtà si è riempita di sovrastrutture e non riesce più a pensare diversamente da quello che ha imparato (il pensiero immobile).
Che la gente si è arricchita, di oggetti e di gadget, sacrificando i sentimenti e gli istinti e lo spazio dedicato all'otium
Che il genio ora è vincolato nel giudizio alla nostra abitudine di introdurre parametri per le valutazioni
E soprattutto, la nostra società ha reso la mediocrità un valore superiore.

Sarebbe troppo facile citare il solito Grande Fratello per confermare queste mia affermazioni, ma possono servire le parole della Melato, sul cinema italiano e sulla Milano attuali:“Peggio di Portogallo e Spagna messi insieme, ma almeno la Spagna ha un regista come Almodóvar. Noi abbiamo una generazione di carini, bravini, precisini, preoccupati di non uscire dai ranghi, di vivere di rendita…la Milano da bere è diventata una Milano da vomitare, quindi sono legata ad una città sparita…è involgarita, piena di gente finta, e anche per questo possiamo ringraziare il nostro capo.”
Noi, oggi, viviamo di rendita sui cervelli passati.

Di ritorno da Venezia, una città in cui il genio emerge anche dalle Fondamenta.
Col treno, osservi brutti capannoni, orrende villettine tutte uguali, centri commerciali e paesaggi devastati e abbruttiti da tutto quello che è stato creato negli ultimo cinquant'anni.
Perché non siamo stati capaci, oggi, con le nostre tecnologie e una ricchezza mai vista nella storia dell'uomo, di creare almeno qualcosa di più gradevole per "migliorare" il posto in cui viviamo e la nostra vita?
Fuksas: "L'architettura moderna non è fatta per durare".
Le mediocrità non lascia il segno nel tempo.

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