FORUM: Varie |
21/01/2013 13:51:34 - Il caso slovenia, per dire - (Daniele Borriero) |
> Daniele, ci si focalizzi su quello che si vuole, l'importante è che i creditori siano disponibili a rinnovarci il credito almeno fino a quando - chissà mai - ci siamo affrancati. Per me possono anche convincersi per il colore dei capelli del premier, l'importante è che si convincano. > >Non si hanno grandi leve quando ci si è resi schiavi dei debiti, sia per gli Stati, sia per le persone. Il problema è che gli investitori vogliono certezze. Non basta avere un premier più alto del solito per cambiare la situazione. Noi non saremo mai realmente affrancati dal debito, in quanto il debito (pubblico e privato) è una parte stessa dell'economia. Non è il debito a essere cattivo in sé. Il debito aumenta quando si ha una moneta "forte", in quanto riduce le esportazioni e attrae capitali esteri e importazioni. Questo flusso di capitali, con l'Euro, è servito in Italia, Spagna, Grecia etc a far crescere i consumi di merce e bolle immobiliari (con l'euro sono raddoppiati i prezzi, infatti). Non piacerà a Luigi :-) ma io i link per chi vuole approfondire la materia che sembra complessa, ma non è misteriosa, li metto http://didattica.unibocconi.it/mypage/upload/48751_20090129_124001_HORIOKAPUZZLE_FEBRUARY03.PDF Cosa succede? Quando arriva una crisi (Lehman), gli investitori sono molto più restii a concedere denaro facilmente, ovvero diminuisce il flusso di capitali nel mercato. Chi viene ritenuto meno affidabile, in quanto ha un debito estero (privato e pubblico) più alto, può avere più difficoltà a collocare il proprio debito, per cui alza gli interessi per attrarre investitori. L'Italia non poteva svalutare la lira come nel 1992. Così Monti ha pensato di intervenire - come definito dall'Europa - su salari - pensioni - occupazione in maniera da ridurre la richiesta di denaro dall'estero e le importazioni, in maniera da bilanciare i conti. Ovviamente questo ha determinato anche un crollo della domanda interna che tutti noi percepiamo e che additiamo alla "crisi". In pratica l'euro (e i suoi problemi) lo stiamo pagando ancora una volta noi. |
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