FORUM: Varie

30/01/2013 09:55:30 - Opting-out per le pensioni: è sostenibile? - (Luca Isabella)
>E i politici per chi lavorano? Per noi?

Direi che la risposta a questa tua domanda è abbastanza evidente. Lavorano per le lobby che rappresentano e per ottenere consenso a ogni costo.

>Io vedo la situazione: Mastrapasqua dichiara che l'INPS va bene, la Fornero dice di no e taglia la pensione a me, Monti pensa il contrario e vuole diminuire le entrate dell'INPS a favore di soggetti privati e probabilmente a mio sfavore, Mastrapasqua è sempre lì.

Ti stupisce? La verità è che nessuno ha il controllo della situazione. E qualora il sistema fosse destinato al collasso, non lo direbbero nemmeno.

>Quindi, io ci perdo sempre e loro sono sempre lì, qualunque cosa dicono e facciano.
>Che si fa?

Ah, non so. Una rivoluzione? Mazzate? Votare? Boh...

>Tu parli da libero professionista, io da lavoratore dipendente.
>Possibile che i nostri interessi divergano così tanto?

Non divergono tanto, perchè sono stato dipendente per oltre 15 anni e, stando all'estratto conto dell'Inps, ho versato quasi un centinaio di migliaia di euro. Se li avessi avuti in tasca io, salvo capovolgimenti mondiali, li avrei fatti fruttare per bene, invece probabilmente non li vedrò mai più. Quando ho iniziato a fare il professionista ho versato il 27,5% del mio fatturato all'Inps per un anno: anche questi soldi andranno in fanteria. Allora mi sono detto: meno verso, meglio è. Mi sono iscritto all'Ordine e ora verso il 20% scarso. Non so che fine faranno nemmeno questi soldi, ma almeno il 7,5% abbondante me lo amministro io e le regole sono definite.

>Io credo nella redistribuzione delle ricchezze (che è anche alla base del mercato), e l'INPS serve anche a questo, come qualsiasi struttura pubblica.

Io credo che sia giusto aiutare chi si trova in difficoltà a causa del destino, non chi si trova in difficoltà perchè ha scialato. Quando vedo in televisione servizi di famiglie di tre persone che non ce la fanno ad arrivare a fine mese per debiti accumulati con due case, tre macchine, mobili costosi, figlio rimbambito davanti ai videogame e così via non mi fanno per niente pena. E non ridistribuirei il mio reddito con loro. Faccio molti corsi gratis per disoccupati e studenti e qualche volta devolvo il mio incasso ad associazioni che aiutano i bisognosi: anziani, malati e così via. Ma non presto un centesimo nemmeno agli amici che non riescono a pagare il mutuo della casa comprata in centro a Milano: quando loro facevano la bella vita, io studiavo, mi facevo il mazzo e risparmiavo. Per me, scusa la franchezza, possono andare a farsi fottere.


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