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04/03/2013 17:52:35 - Su UDC e Lista Monti - (Luigi Verdicchio) |
Passate le elezioni e quando gli effetti della grancassa elettorale si saranno attenuati, penso sarà più facile emettere giudizi obbiettivi sul governo Monti. Molto hai detto anche tu sulle sue caratteristiche inconsuete che è parte essenziale del giudizio stesso. Non si possono fare analisi serie e veritiere se non si parte dai motivi che indussero il capo dello Stato e le principali forze parlamentari (PDL, PD, UDC) a scegliere di dar vita ad un governo tecnico, cioè privo di una propria diretta maggioranza parlamentare. Il Governo Monti non ha avuto alternative nell'approntare con tempestività i principali provvedimenti che hanno arrestato quel tracollo finanziario in cui l'Italia era avviata da alcuni mesi. Non dimentichiamo, fatto unico nella storia, la lettera al Governo Berlusconi a firma della Commissione europea e della BCE. Quei provvedimenti che hanno tranquillizzato i mercati hanno poi depresso, e non poteva che essere così, la nostra economia. Occorre allora, innanzitutto, dimostrare che era immotivata la preoccupazione sulle sorti dell'Italia del Presidente della Repubblica, ma anche di Bersani, Berlusconi e Casini. E' stato facile in campagna elettorale dare tutta la colpa al governo Monti. Questo è un primo punto. Il Governo Tecnico si è insediato con il mandato del capo dello Stato e delle principali forze politiche a varare le misure (misure impopolari e perciò i governi politici non se la sentivano di assumere) atte ad assicurare i mercati sulla solidità finanziaria italiana e il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013. Il secondo punto è stato quello di avviare le riforme strutturali (liberalizzazioni, semplificazioni, eliminazioni degli sprechi) al fine di abbattere gli ostacoli allo sviluppo della nostra economia. Non dobbiamo dimenticare che l'Italia non cresceva da oltre un decennio. Nell'affrontare queste misure sono emersi i diversi e contrastanti interessi dei corpi sociali che sono interpretati dalle forze politiche presenti in parlamento e per questo le leggi non hanno avuto quella efficacia che i promotori si aspettavano. Da ricordare, tuttavia, che la maggior parte degli effetti dei provvedimenti del Governo Monti, come è ovvio, si faranno sentire in questo e nei prossimi anni perché diretti a modificare i comportamenti dell'amministrazione pubblica e degli operatori privati. Ma, guai a pensare che il prossimo governo potrà riprendere a spendere senza riguardo ai conti e, sopratutto, a non proseguire sulle riforme che ci facciano avvicinare ai paesi più progrediti, i quali quelle riforme le hanno fatte anni addietro, mentre la nostra politica tirava a campare. |
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