FORUM: San Donato

23/05/2013 12:53:28 - Ma come abbiamo fatto noi a sopravvivere ? - (Daniele Borriero)

> Vi allego un vecchio link che riporta scherzosamente come vivevano e crescevano i bambini italiani negli anni 50/60/70. Io sono uno dei tantissimi ragazzi avanti con gli anni che è riuscito a sopravvivere nonostante tutto quello riportato nella simpatica storiella.
>
> http://www.forcesitaly.org/italy/files/come_hai_fatto.htm

Mia zia, infatti, è morta a 4 anni, negli anni 40.
Per una dose sbagliata di aspirina, data dal medico.
Ovviamente, all'epoca, non si avevano le possibilità di citare il professionista in questione per quanto successo.
Il passare degli anni tende a rendere più dolce il ricordo del passato, ma non rimpiango il modo di portare i bambini ieri (ma anche oggi, da parte di molti genitori incoscienti) senza seggiolino e cinture, come non rimpiango le vernici al piombo, o le condizioni di sicurezza delle fabbriche di ieri.
I racconti di mia nonna, operaia in una fabbrica di vernici, e le conseguenze, le ricordo bene.
Che oggi i nostri bambini a volte siano tenuti in maniera eccessiva può essere vero, ma è il mondo degli adulti, oggi, che è stato allevato nella paura.
L'isteria della sicurezza oggi (che chiunque abbia vissuto negli anni 70-80 sa che è un periodo di relativa tranquillità) è dovuta a un eccesso di messaggi ansiogeni, di origine mediatica.
Prendiamo per esempio la questione pedofilia... solo oggi i genitori sanno cos'è e si pongono dei problemi (a volte eccessivi). Ma le testimonianze dirette del passato mi inducono a pensare che all'epoca fosse molto più diffusa e impunita.
Andare poi a confrontarsi con gli altri paesi europei è inutile.
Da anni faccio le vacanze in un campeggio naturista tedesco, mia figlia cresce come i bambini tedeschi, ma la differenza tra noi italiani e loro la fanno i genitori.
Quante volte ho visto mamme tedesche perdere bambini o non accorgersi perché impegnate in altro che il loro bambino era in difficoltà.
Quante volte abbiamo aiutato bambini tedeschi che si erano persi...
Stiamo parlando di bambini di 3/4 anni lasciati da soli in un campeggio, tranquillamente, per ore, o lasciati in acqua col mare mosso.
Mia figlia la lascio andare ma controllo sempre e periodicamente i suoi spostamenti, senza che se ne accorga troppo.
Una libertà "vigilata" che richiede impegno, in quanto non mi permette di farmi i fatti miei (la "maestra con l'-pod" citata prima) ma di vegliare sull'educazione del figlio.
Quindi, nessuna invidia per gli stranieri: cerchiamo il meglio dell'essere italiani.

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