FORUM: San Donato

04/06/2013 18:38:18 - una richiesta di aiuto - (Luca Isabella)
Credo che ci sia un grosso malinteso, quindi vorrei meglio spiegare il mio punto di vista su alcuni punti del tuo post, Daniele. Spero di saper essere più chiaro.

>La maggior parte delle persone frequenta gente in cui si riconosce e si specchia, cercando conferme alle proprie scelte e alle proprie idee ed evita quelli che sembrano troppo diversi.

E' vero, e in parte lo faccio anch'io. Tuttavia, da molti anni, e lo suggerisco anche ad altri, cerco di frequentare proprio quei "giri di persone" che, seguendo le mie inclinazioni, non frequenterei mai. Ho imparato che così facendo arricchisco i miei punti di vista e si creano occasioni interessanti, quanto inaspettate. Frequento i centri sociali come i manager di azienda; giovani under 30 come persone della mia età o più grandi; persone con difficoltà economiche e persone benestanti. E così via.

La mia affermazione era trasversale: frequentare persone ciniche mi deprime e non mi è in nessun modo utile. Frequento anche per lavoro persone con mille difficoltà, spesso disilluse. Ma cerco in tutti i modi di combattere e preservarmi dal cinismo e dal disfattismo fine a sè stesso. Io, come libero professionista, sono il re dei precari. Per usare una metafora, sto attraversando la tempesta in canotto e - oggettivamente - gli ultimi compagni di avventura che vorrei avere sono coloro che si lamentano e basta. Anch'io mi lamento, come tutti, ma poi cerco di far qualcosa. A volte funziona, a volte no. Ma ce la metto tutta.

>Da ragazzo mio padre lavorava in una multinazionale USA, quelle che facevano i meeting alle Hawaii e roba così. Io me ne ricordo uno a cui andai anch'io, in Brasile.
>All'epoca il "pensiero" era tutto positivista. Erano gli anni 80, andava bene, si cresceva e un po' di benessere veniva anche da noi.
>Prendi la vita nelle tue mani, sii l'artefice del tuo successo e cose così.
>Io le ho assorbite, ho letto tanti libri di questo genere...
>Poi... poi mi sono accorto che non funziona così, almeno, non per sempre.

Io odio questo tipo di visione. La detesto con tutto il mio essere e non voglio essere stato frainteso e associato ad essa. Io non credo che le persone siano artefici al 100% del loro successo: il fato è una componente determinante della nostra esistenza, ce lo insegnano anche le tragedie greche. Tuttavia, credo nella forza e nelle capacità degli esseri umani e quindi non riesco ad apprezzare il piagnisteo fine a sè stesso. Ho un'indole da buon samaritano e aiuto disinteressatamente decine di persone, ma non sopporto le persone passive di indole, quelle che hanno sempre bisogno di qualcuno che si prende cura di loro, anche quando non si trovano in difficoltà. Queste persone si lamentano e non fanno nulla, danneggiando sè stessi e gli altri, come i furbi in generale.

>Che le variabili in gioco sono molte, troppe, che non esistono ricette per tutti e per sempre e che la storia in fin dei conti non ha mai dato alcun valore all'individuo come cerchiamo di dare ora.

Una comunità è formata da individui. Se non crescono gli individui non cresce nemmeno la comunità. Se non si ama se stessi, non si può nemmeno amare il prossimo. Qualcuno ha detto "Ama il prossimo tuo come te stesso" - ovvero, amerai il prossimo tuo tanto quanto ami te stesso. Tutt'altra cosa è l'egoismo, a cui forse ti riferisci.

>E forse questo ci dovrebbe far capire che ragionare sulla singola persona è del tutto inutile.
>Dobbiamo cominciare a pensare in maniera collettiva.

La dimensione individuale e collettiva sono intimamente connesse. Migliora te stesso e migliorerai gli altri. Se una persona è avida ed egoista, sarà un danno anche per la collettività.

La comunità è di massima importanza da quando esiste l'essere umano. Ma le nazioni non sono comunità, sono troppo ampie per esserlo. E gli Stati diventano oligarchie a danno degli individui. Le persone devono riscoprire il loro potere, non petulare le briciole a chi li sfrutta. E perchè ciò avvenga occorre senso di responsabilità e azione.

Detto questo, sono sempre disponibile a valutare strategie alternative. Basta che siano pratiche e portino a stare meglio. Il resto sono speculazioni intellettuali interessanti, ma di scarsa utilità.



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