FORUM: San Donato

16/02/2012 16:36:03 - Non ci sono case? Vendiamo le case! - (Mimma d. Gentile)

Sono d’accordo con te: le case ci sono ma costano troppo e se ne costruiscono anche troppe rispetto al fabbisogno, tanto che vi sono in giro per l’Italia – come hanno fatto vedere anche le trasmissioni di Report e Presa Diretta - interi complessi vuoti o semivuoti (ne abbiamo anche a San Donato, per esempio a Poasco). Massimiliano, dicendo “mancano le case” si riferiva a quelle di edilizia pubblica che invece in Italia scarseggiano alla grande, così come scarseggiano gli affitti a prezzo calmierato. Infatti, grazie al fatto che da quasi 40 anni manca una politica abitativa, siamo il fanalino di coda in Europa con una percentuale imbarazzante (non so se ora è il 4% o se è ancora diminuita con la dismissione continua del patrimonio pubblico) mentre in altri paesi europei dove pure vige il capitalismo, ci sono percentuali molto più alte che in alcuni casi arrivano anche al 30% . E quando uno sente quanto sono bassi gli affitti e i prezzi delle case a Berlino, gli vien voglia di trasferirsi lì.

Insomma credo che, per calmierare i prezzi, la facilità o meno di sfrattare per morosità (ammesso che incida) avrebbe un'incidenza veramente minima. Credo che, per avere effetti di qualche rilievo, servano innanzitutto politiche abitative serie, noi invece abbiamo edilizia libera a prezzi inavvicinabili, edilizia pubblica in percentuali risibili e case in affitto calmierato in percentuali altrettanto ridotte. Potere di calmierare quindi vicino alla zero.

Se prendiamo ad esempio San Donato, vediamo che circa il 64% degli appartamenti è abitato da proprietari, il 36% circa quindi degli appartamenti è in affitto e gli alloggi di proprietà pubblica sono solo 200 su una popolazione oltre 10.000 famiglie: salta all’occhio che il difetto sta nel manico. Non c’è praticamente nulla a calmierare i prezzi degli affitti e nulla neppure a calmierare i prezzi di vendita (visto che da anni si sta costruendo e sono previsti solo appartamenti di edilizia libera con i prezzi che sappiamo).

Oggi, tra l’altro, in Italia non abbiamo solo il problema della rendita fondiaria che ha strozzato le politiche abitative e rovinato il territorio con la cementificazione selvaggia, negli ultimi tempi si è aggiunta anche la rendita finanziaria e il riciclaggio del denaro da parte delle varie mafie. I comuni, o meglio le amministrazioni, si lamentano ma nessuno di loro ha applicato la legge 167 nella misura prevista, cioè destinando aree da un minimo del 40% ad un massimo del 70%. A San Donato, per fare un esempio, l’equipe del Politecnico aveva conteggiato che eravamo attorno al 16%. Se poi queste case le metti sul libero mercato prima dei 30 anni, come è successo di recente a San Donato, ti cascano ancora di più le braccia.

Tra l’altro a San Donato, soprattutto con la presenza di aziende come Eni ma non solo, la stragrande maggioranza delle case in affitto è costituita da appartamenti ammobiliati. Si può ragionevolmente pensare che sia un mercato rivolto essenzialmente a due tipi di clienti: quelli che riescono a sopportare affitti alti perché vivono numerosi nello stesso appartamento e quelli che vivono qui in quanto dipendenti di grandi aziende presenti sul territorio. Il segmento rivolto a giovani o a giovani famiglie che non hanno possibilità economiche di acquistare casa, secondo me, è molto residuale. Insomma chi acquista una casa a San Donato per affittarla in genere la compra nelle zone dove costa meno e poi l’affitta ammobiliata per massimizzare il reddito, si può cercare di mettere incentivi per facilitare la casa in affitto ma secondo me senza grandi risultati.
Aggiungiamo ancora che, per quanto bassa sia la percentuale italiana di edilizia pubblica, San Donato ne ha ancora meno: per raggiungere la percentuale nazionale dovrebbe avere almeno 100 appartamenti in più di quelli che ha, se anziché aumentarli di numero, li vendiamo (tra l’altro dopo aver strombazzato la gravità del problema casa, ecc), questa è la ciliegina sulla torta.

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