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16/04/2012 08:23:24 - La morte in diretta - (Giorgio Soave) |
Sto cenando e, con un occhio, seguendo un telegiornale alla TV; ed ecco che, ancora una volta, a tradimento, mi mostrano un calciatore in campo che cade, si rialza, barcolla, si accascia, tenta di rialzarsi, cade definitivamente. Quell'uomo sta morendo. In quei momenti c'è il dramma assoluto, il dramma di un uomo che muore. E le TV continuano a riproporci quella scena, senza pudore. Per quel minimo di rispetto che si deve a chi muore, anche se è uno sconosciuto, non posso continuare a sorbire la minestra, devo cambiare canale per dimenticare e recuperare l'equilibrio. Quelle stazioni TV pensano che gli spettatori abbiano piacere a vedere lo spettacolo di uno che muore, in diretta, senza mediazioni, ed evidentemente credono che se ci evitassero quello spettacolo macabro e drammatico gli spettatori cambierebbero canale (e loro perderebbero gli introiti della pubblicità che infilano a tradimento nei loro programmi). Non c'è più pietà, non c'è più religione. Anche la morte è diventata una fonte di reddito. P.S. I nostri amici troppo occupati a rimbeccarsi sulle malefatte dei loro partiti non hanno trovato il tempo di dire una parola. Si vede che io sono meno impegnato; ma mi sento di concludere che da loro non dovrò aspettarmi grande sensibilità quando dai loro seggi in Consiglio Comunale si occuperanno dei miei e dei nostri problemi. |
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