FORUM: San Donato |
11/05/2012 14:20:28 - Vecchi? Giovani? Ma non scherziamo - (Daniele Borriero) |
>Questo è ovvio, Daniele. Se uno è un cretino, può esserlo a 20 come a 60 anni. Ma non possiamo negare che nei diversi periodi della vita di un individuo, nella media, ci sono diversi modi di approcciare la realtà, attuale e futura. E' per questo che serve un'equilibrio, come è sempre stato nella storia dell'umanità, il cosiddetto passaggio generazionale. Invece, c'è oggi un sistema economico che non favorisce questo passaggio, che prima o poi comunque avverrà e - siccome non gestito - potrebbe assumere forme di insofferenza e protesta, anche violente. Luca, non sto parlando di cretini a 20 o 60. Una persona può essere molto intelligente ma assolutamente non predisposta all'attenzione verso gli altri e quindi incapace di utilizzare parametri di valutazione che non siano i propri, potrei sintetizzare questa definizione con un epiteto di uso comune ma preferisco un giro di parole. Ergo, prima della questione anagrafica, pur importante, vengono le caratteristiche morali e intellettuali di un individuo, anche se questo ovvio concetto in astrazione non è così ovvio nella realtà. L'altro giorno parlando con una signora non più giovane di Certosa, che non è andata a votare, ella sottolineò come i politici fossero tutti vecchi (erroneamente, in realtà non ne conosceva uno) e che lei voleva i giovani, individuando in essi una maggiore superiorità morale, di conseguenza ella condivideva questa logica: vecchi politici/male, giovani politici/bene, cosa che sappiamo non essere sempre vera. Questa opinione si sta diffondendo tra la gente. Il pericolo è proprio che la questione anagrafica sopravanzi le qualità dell'individuo e che di conseguenza il giovane possa diventare uno strumento dei "vecchi" per esercitare comunque il loro potere. Riguardo alla questione delle proteste... I giovani hanno grandi capacità di adattamento, avendo minori parametri di confronto rispetto ad un "non giovane", che può valutare positivamente o negativamente le trascorse fasi dell'età e quindi comprendere o meno la positività di un qualcosa. I giovani crescono ormai con alcuni diritti e conquiste acquisiti, difficilmente discutibili: libertà di spostamento, di espressione, libertà sessuali e di scelta della propria vita, etc. il che mette loro in una condizione di relativa tranquillità. Conquiste effettuate da precedenti generazioni e riversate nelle attuali. Rimane il problema del lavoro, ma anche in questo caso lo spirito di adattamento giovanile e il supporto delle famiglie diminuiranno le conseguenze. In pratica 1) i giovani più intraprendenti dei ceti medi e superiori andranno all'estero 2) altri sfrutteranno conoscenze e opportunità per trovare un posto al sole 3) altri si rassegneranno a stare in Italia abbassando le proprie ambizioni 4) una minima parte sbanderà, cercando spazi tra la criminalità o nella droga (un copione già visto) E' uno scenario fosco? Sicuramente sì, dal mio punto di vista. Ma è il risultato proprio del sistema economico di cui parli. Detto tra noi, conservo una speranza pur minima che non vada così. |
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