FORUM: San Donato |
19/06/2012 12:20:32 - una sensazione bruttissima - (Daniele Borriero) |
Non solo la famiglia, ma anche la comunità. Le persone che ho conosciuto e che hanno voluto suicidarsi, si sono ritrovate in un isolamento o in un ripudio della stessa, che gli affetti non hanno saputo colmare. Mio nonno: il crollo, attorno a sé, di alcuni valori in cui credeva. Dal lavoro, a cui lui teneva moltissimo, e da cui venne esiliato per meri giochi di convenienza interna. Mia zia, rimasta vedova: un dipendente di una cassa di risparmio si appropriò di una gran parte dei soldi del conto del marito, e lei non poté dimostrarlo. Si trovò sola, umiliata, impoverita. Il mio amico. Fu durante il servizio militare. La comunità: un luogo di lavoro che rispetta le persone, una città che accoglie gli abitanti, un condominio che tiene le porte aperte, uno stato che ti fa sentire parte di sé, sono già una buona cura preventiva per evitare che il disagio cresca. L'importante è far parte di qualcosa, e già così la solitudine vien meno, l'importante è avere qualche risposta alle domande, non far sì che cadano nel vuoto, non sentirsi abbandonati. Non sono tutto, certo, solo una parte, di quell'esigenza di trovare una ragione nel vivere. Ricordi Umberto D.? Ricordi chi e come lo salvò dall'atroce gesto finale? |
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