FORUM: San Donato

05/07/2012 13:03:22 - È accaduto nel pomeriggio in via di Vittorio 26. L'aggressione , la conseguenza di una lite tra le due vittime - (Mimma d. Gentile)

Sono d'accordo: senza entrare nel merito della situazione specifica, quanto è accaduto a San Donato si aggiunge a tanti altri casi simili. Agli inizi di maggio le donne uccise in Italia da fidanzati, mariti, ex partner erano già 55 e oggi sono sicuramente di più. La violenza di genere è cosa antica e attraversa tutti gli stati sociali e tutte le realtà ma i dati sono sempre più preoccupanti. Quando avvengono cose simili è chiaro che non si tratta di gelosia o motivi passionali ma di uomini che considerano le donne come un possesso e non riescono ad accettare una cosa che, pur provocando sen’altro dolore, rientra comunque nell’ordine naturale delle cose che possono succedere, ovvero la fine di una relazione.

L’omicidio poi è solo la punta dell’iceberg, per ogni omicidio “domestico”, ci sono tante situazioni di ordinaria violenza e sopraffazione quotidiana che si consumano all’interno delle mura di casa. Ci sono donne che non denunciano per paura (per se e per i figli), per le difficoltà derivanti dalla mancanza di indipendenza economica, ma a volte non denunciano perché non hanno piena consapevolezza di essere vittima e tendono a negare o minimizzare per proteggere e difendere se stesse da una realtà che altrimenti le distruggerebbe. Una volta che tutti questi “motivi”, con tanta fatica e dolore, vengono superati e la donna decide di chiudere la relazione (anche senza denuncia degli eventuali maltrattamenti) ecco che in tanti casi scatta la punizione dell’uomo che non riesce a rassegnarsi e che a volte si rivolge non solo contro la donna ma anche contro se stesso.

Aiutare le donne è necessario ma non basta, non se ne verrà fuori se non vengono “aiutati” anche gli uomini: in senso generale come fatto culturale-educativo e a livello individuale fornendo aiuti e strumenti agli uomini malati di violenza nei confronti della propria compagna o figlia. Oltre ai servizi per le donne maltrattate, occorrerebbe uno sportello per gli uomini maltrattanti per aiutarli a prendere consapevolezza del “loro” problema e perché imparino a controllare aggressività e possessività. In alcuni paesi hanno cominciato ad agire in questo senso, anche in Italia qualcosa si sta muovendo. Ho letto qualche mese fa di un’esperienza in uno dei paesi scandinavi (non ricordo quale) dove qualche risultato si stava ottenendo. Può sembrare paradossale ma alcuni uomini “picchiatori” che avevano accettato di farsi aiutare, trovavano di grande aiuto il fatto di riuscire a seguire un suggerimento banale come quello di uscire di casa quando si accorgevano che stavano per alzare le mani sulla compagna. Tornare a casa solo dopo essersi calmati, significava per loro (e per la compagna) non solo un pestaggio evitato ma anche il poter dire a se stessi: posso farcela anche la prossima volta che mi sento prudere le mani.

Un servizio di questo tipo dovrebbe coinvolgere diversi soggetti e, più che a livello comunale, mi pare realizzabile a livello di più comuni, ovviamente con collaborazione tra servizi socio-sanitari, sistema giudiziario, forze dell’ordine, Case delle Donne, Centri Antiviolenza,ecc. Dal punto di vista culturale, senza voler a tutti costi tirar fuori il ruolo della scuola, mi pare che a livello di prevenzione anche la scuola dovrebbe fare la sua parte con percorsi educativi sulle relazioni tra i generi

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