FORUM: San Donato

29/07/2012 17:54:10 - Registro delle coppie di Fatto - (Luigi Verdicchio)

Lucas, non dobbiamo mescolare più aspetti.
Ho già detto che ove siano presenti i figli, i diritti che si riferiscono alla maternità e alla paternità sono riconosciuti e tutelati dalle leggi dello Stato anche per le coppie di fatto, poiché paternità e maternità sono valori sociali e come tali da tutelare.

Un secondo aspetto sono i diritti fra due persone adulte che hanno scelto di convivere senza regolarizzare pubblicamente la loro unione. Non possiamo che guardare con rispetto tale scelta.
Il problema nasce quando queste persone vorrebbero che il loro rapporto venga riconosciuto dallo Stato.

Spesso si sente da queste persone affermare con orgoglio che, per far vivere il loro amore e la loro unione, non hanno bisogno del “pezzo di carta”.
Non si dovrebbe invece dimenticare che quel “pezzo di carta” dice che due persone, con l’atto matrimoniale, si sono impegnate solennemente davanti alla comunità e allo Stato a prendersi cura l’uno dell’altro per tutta la vita.
Ricordo che anche in caso di divorzio persiste l’obbligo al mantenimento del coniuge meno abbiente.
Non solo, con il matrimonio la coppia si apre alla vita e ai doveri del mantenimento e dell’educazione dei figli.
Capisci allora che sarebbe deleterio e disastroso se non s’imparasse a distinguere gli aggregati domestici che svolgano un’opera di civilizzazione e siano produttivi di nuove generazioni in grado di assumersi delle responsabilità, dalle altre forme di convivenza che meritano rispetto ma che non hanno e, spesso, non chiedono di avere alcun ruolo sociale.



Concordo con te che alle coppie di fatto siano riconosciuti i diritti di cui parli.
Ho già detto che, anche su iniziativa di parlamentari di ispirazione cattolica, giacciono in parlamento proposte di leggi nella direzione da te auspicata.
Secondo il modello PeR (Persone Responsabili), che estende alcuni diritti e doveri civili alle persone che vivono stabilmente insieme e che nel tempo sviluppano una comune affettività.

Diritti e doveri civili, non famiglie di serie A o di serie B: questo sarebbe un gran passo in avanti nella legislazione civile del Paese.

Chiudo con un'affermazione di Enrico Marcora, consigliere regionale UDC che condivido:
“Le parole della Curia milanese sono condivisibili ed inequivocabili e le polemiche ideologiche che avvolgono da sempre questo tema non mi impediscono di ribadire con chiarezza che, anche se non si tratta di un’emergenza per il Paese, un conto è un auspicabile confronto serio e sereno sulle coppie di fatto e il riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, un altro è il tentativo subdolo di mettere in discussione il matrimonio costituzionalmente riconosciuto con il suo carico di responsabilità, diritti e doveri di fronte alle comunità”.

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