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15/09/2012 17:20:16 - Crepe nel Reattore, Fermata la Centrale Nucleare in Belgio - (Luigi Verdicchio) |
E perché mai dovrei minimizzare e tranquillizzare? Che me ne viene? Ho lavorato tutta la vita nel controllo dei materiali, in giro per il mondo e per conto della SNAM, e tra essi, il più importante, è quello dei controlli non distruttivi. Nei primissimi anni (primi anni '60) passai qualche mese nel cantiere della costruzione della centrale elettronucleare di Latina. Forse questa esperienza mi consente di avere qualche idea chiara e anche di cogliere nelle comunicazioni sui siti (quasi tutti) l'uso di forme e terminologie approssimative, tendenti ad allarmare. “Crepe nel Reattore, Fermata la Centrale Nucleare in Belgio” Basta analizzare il titolo. Il termine “crepe nel reattore” induce, a mio avviso, a pensare che quel reattore, se non fosse stato fermato, sarebbe potuto scoppiare da un momento all’altro. Da ciò che leggiamo in pochissimi siti si tratterebbe invece di 'piccole o micro cricche inglobate nello spessore del contenitore del reattore'. Le cosiddette “crepe” non sono nel reattore, bensì nel suo involucro esterno progettato per trattenere le radiazioni e l’uscita di acqua radioattiva dal reattore in caso di scoppio o di perdite. I controlli sono stati disposti perché nel più vecchio reattore belga della stessa ditta costruttrice avevano individuato delle piccole cricche. Tuttavia quel reattore non corre rischi particolari. Hanno infatti disposto che sarà fermato nell’ambito del programma di una graduale uscita dal nucleare. Un popolo serio e bene informato non si priva di colpo di oltre metà dell’energia di cui dispone il Belgio per le proprie aziende in attesa che venga sostituita da altra energia prodotta in altra forma. Nel frattempo accadrebbe qualcosa di simile di ciò che viviamo in Italia. Nel momento della crisi è venuto con maggiore evidenza il grave errore che facemmo nell'87. Il costo dell'energia incide fortemente nella competitività delle nostra aziende manifatturiere (vedi Alcoa) e nei salari dei lavoratori italiani. Nella comunicazione, inoltre, troviamo scritto che nel fare alcune verifiche statistiche hanno concluso che: "dalle indagini preliminari condotte nell'impianto di Tihange 2 sono emersi segni meno evidenti ma simili a quelli gia' riscontrati a Doel 3,…" Quindi se nel più vecchio hanno trovato difetti non gravi in questo secondo impianto, dai primi controlli, hanno riscontrato difetti simili ma meno evidenti, che significa di dimesione minore. Ultimo rilievo da fare, non meno importante, è che tali difetti non sono causati dal funzionamento delle centrali, ma sono stati sempre presenti (l’involucro del reattore non è sottoposto a sollecitazioni o ha processi termici significativi). Nelle più vecchie centrali, probabilmente, i controlli o le specifiche seguite erano state meno rigorose, mentre con le normative odierne si sono ulteriormente ristretti i criteri di accettabilità delle difettosità. Mi scuso per la lunghezza. Ciao Luigi |
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