FORUM: Varie

10/10/2012 19:05:57 - Da forum S.Donato - - (Luigi Verdicchio)
Sergio,
innanzitutto mi scuso del ritardo con cui rispondo.

Seguo il tuo schema, cercando il più possibile la sintesi.

<1) Responsabilità del Comunismo
< Tu parli dell'URRS come di una grande sciagura umana. Però dovresti spiegarmi come mai l'URSS ha ispirato tutti i movimenti di liberazione in ogni parte del Mondo. Come mai questi paesi, prevalentemente poveri, non hanno invece pensato di rivolgersi al mondo libero e democratico rappresentato dall'America?

Ti do ragione se ti riferisci ai popoli sotto sviluppati da sempre vittime di dittature sudamericane e schiavizzate da mascalzoni dediti allo sfruttamento della povera gente. Passare da una dittatura ad un’altra, che almeno assicura il minimo indispensabile, è comprensibile.
Ma ora io faccio a te una domanda: come mai il comunismo non è riuscito a prevalere in nessuna nazione a sistema democratico, come mai i popoli che ricercano la democrazia o modelli da seguire non si sono mai indirizzati verso un paese comunista?

Sul piano storico è bene ricordare che il muro di Berlino, eretto per impedire agli abitanti dell’est di scappare verso l’ovest, rappresentò esso stesso il fallimento del Comunismo e che la sua demolizione dell’89 avvenne al grido di: MAI PIU’ COMUNISMO!
Mi fa piacere leggere nel tuo post: “che le idee comuniste tra le quali “Abolite lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, abolirete lo sfruttamento di una nazione su un’altra nazione”, non hanno mai consentito di giustificare ciò che poi si è verificato nei paesi Comunisti”.

Chi ha avuto infatti occasione, come è capitato a me, di visitare la Germania appena dopo la sua unificazione (avvenuta come sappiamo dopo quarant'anni di divisione) ha potuto constatare l’abissale differenza di sviluppo e di benessere tra le due parti dell’est e dell’ovest. E la Germania del Cristiano Democratico Helmut Kohl la fece rinascere chiedendo grandi sacrifici ai tedeschi dell’ovest.
Questo esempio, credo, sia un po’ la cartina di tornasole a cui non si possa obiettare.

Che senso ha parlare delle “idee di libertà che hanno avvicinato gli uomini al pensiero Comunista”, quando si sono negate le libertà elementari di stampa, di pensiero, dell’iniziativa privata e istituito uno Stato di polizia.

Ma, come ho già scritto qui altre volte, i vertici del comunismo italiano e i suoi dirigenti, che tuttora sono sulla scena politica, hanno una certa difficoltà ad ammettere di aver taciuto tutto ciò.
Sembra che sia avvenuta, dopo dieci anni dal crollo del comunismo sovietico e solo una volta da parte di un DS post comunista: Walter Veltroni.
Su "La Stampa" dell’ottobre del ‘99, Gianni Riotta scrisse: "E’ arrivato il momento di riconoscere che la rivoluzione russa non fu un successo tradito, ma lo stravolgimento di tanti nobili ideali". Veltroni così commenta il giorno successivo: “Riotta ci chiede di riconoscerci in questa affermazione. Lo faccio volentieri e sinceramente. Ma l’ho già fatto, nella mozione che ho presentato per il prossimo, primo congresso dei Democratici di sinistra.”

<2) L'assenza dell'alternanza in Italia dovuta, secondo te, sempre al pericolo Comunista.

Da quanto detto sopra mi pare confermato che la DC ha potuto governare fino al crollo del Comunismo, semplicemente perché molti l’hanno votata solo per scongiurare l’avvento del comunismo, in alcune occasioni, io sono stato uno di quei elettori.

< Da questo punto in poi sarebbe giusto partire per parlare dell’oggi, del perché il mondo è entrato in una crisi così profonda.

Perché il mondo è cambiato con la globalizzazione e nuove sfide si pongono davanti all’umanità.
Sappiamo che la crisi italiana si origina dall’elevatissimo debito pubblico (2.000 MLD) che iniziò ad incrementarsi fortemente durante la stagione del consociativismo.
Tale indebitamento è la causa dei maggiori interessi richiesti dal mercato per i nostri BOT. Sappiamo anche che, partecipando a un’unione monetaria non supportata da quella politica subiamo tutti gli aspetti negativi che ciò comporta. Si dovrebbe perciò creare una vera unione federale politica con a capo un governo politico che risponda ai popoli del proprio operato.
Non sarà tuttavia facile perché gli egoismi nazionali cercheranno d’impedirla.

< Gli attacchi all’Euro, le divisioni europee, i pericoli di guerra nel Nord Africa e in Iran, dovrebbero spingerci ad interrogarci se non sia giunta l’ora di elaborare una nuova visione del mondo non più regolata dalle sole leggi del profitto e del Mercato.
< L’insufficienza delle cure del Governo Monti, che non investe solo l’Italia, non è forse da ricercarsi in questo tentativo di ricreare equilibri che non esistono più?

L’Unità politica europea ci consentirebbe di misurarci ad armi pari, e forse maggiori, con gli USA e i grandi paesi emergenti come Cina, India e Brasile.
Dobbiamo ritenerci, comunque fortunati di avere messo in campo il Governo Monti, senza il quale oggi avremmo ben altri grattacapi.
L’Europa unita costituirebbe un riequilibrio mondiale dell’economia (io sono per un economia sociale di mercato), ma anche di stabilità in quanto portatrice di una grande storia, di democrazia e valori umani.

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