FORUM: Sud Milano

18/10/2012 08:33:17 - Boom di ipermercati, i negozi resistono - (Daniele Borriero)

> Vedi che alla fine diciamo la stessa cosa?
>
>Più flessibilità dei piccoli, meno bisogno dei centri commerciali. Più partecipazioni sulla scelta delle Amministrazioni, meno gente scontenta. Anche se è difficile partecipare... io ci provo per la Scuola, ma è veramente dura farti ascoltare se non sei all'interno, devi continuare a tampinare, a scrivere... però lo faccio per ottenere il risultato, sacrifico le mie serate ed il mio sonno... perchè ci credo.
>Io scelgo questo in base a quello che so fare, anche altri lo fanno, dovremmo essere di più.

Vero.
A proposito dei negozi, notavo anni fa che gli orari in altri stati stranieri sono molto più elastici.
Per esempio in Grecia erano variabili a seconda del giorno della settimana.
Un giorno il negozio apriva alle 11,00 e chiudeva tardi, quello seguente era aperto solo la mattina e via così, in maniera da rimanere in un range di ore accettabili per una vita dignitosa di chi lo gestisce.
Ma devo aggiungere che i negozi e le vie commerciali in città come Atene (ancora di più Istanbul, stiamo parlando di città enormi e popolose anche nelle zone centrali) erano tantissimi e molto vari e le vie molto frequentate.
Io ho lavorato anni fa in un piccolo negozio. Oltre all'orario di apertura, le pause erano dedicate a tutte le operazioni necessarie per la gestione del negozio, dal magazzino al reperimento o consegna della merce. Col risultato che si iniziava alle 8 di mattina e si finiva alle 20,30 di sera, tutti i giorni, senza pause.
Il periodo sotto Natale era un massacro. Della vita restava solo il tempo per dormire, e non era mai a sufficienza.
La domenica era in altri periodi il punto di approdo, per restare con la famiglia, per tentare di avere una vita sociale, ma soprattutto per riposare. Ricordo di aver rubato molte ore di sonno per poter continuare a frequentare gli amici.
Non conosco bene la situazione attuale. So di molti negozianti che fanno fatica, strozzati dalle tasse, dai debiti, dalla concorrenza dei centri commerciali dove tutti vanno e andranno comunque (perché si può parcheggiare, camminare al coperto, vedere gente, stare in un ambiente sicuro e pulito e inconsciamente rassicurante se non appagante) e dalle vendite on-line, sempre più diffuse.
Io credo che se la liberalizzazione degli orari fosse davvero un toccasana per reagire alla crisi, i negozianti non avrebbero remore nell'adeguarsi.
Nella realtà forse sta morendo un modello di vita ed economia durato più di un secolo.

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