<-VOGLIONO LE MANI LIBERE PER POTER PROSEGUIRE LA STESSA POLITICA DI DOMPE’ SIA IN CAMPO SOCIALE CHE IN CAMPO URBANISTICO, CONTINUANDO NELLA SPECULAZIONE EDILIZIA, NELLA CEMENTIFICAZIONE DEL TERRITORIO E NELLA RIDUZIONE DELLE AREE VERDI.
>
>- NON INTENDONO CAMBIARE LA POLITICA E LE SCELTE URBANISTICHE E SOCIALI MA SEMPLICMENTE SOSTITUIRSI A DOMPE’ PER GOVERNARE FACENDO LE STESSE COSE
<Ciao, potresti precisare meglio la questione a cui hai accennato. Grazie.>
Ciao Daniele, chiedo scusa se il post è venuto un po’ lungo, ho cercato di rispondere anche ad altre giuste richieste di chiarimenti sia da parte tua che di altri su come sono andate le cose e naturalmente resto a disposizione per eventuali altre informazioni. Dunque:
Il tavolo di confronto per verificare se esistevano le condizioni per allargare la coalizione era basato sui contenuti del programma e sulle regole da rispettarsi da parte delle varie forze politiche nello stare insieme.
Sui CONTENUTI: Rifondazione ha fatto un elenco di temi sui quali si poteva ragionevolmente supporre che non ci sarebbero stati problemi, altri punti sui quali la mediazione era una cosa fattibile (per lo meno da parte nostra) e 2 punti per noi imprescindibili che riguardano le questioni urbanistiche (per non allungare ancora di più questa risposta dico sinteticamente che riguardavano le aree standard, Campagnetta,Certosa, insomma la qualità ambientale della città: posso dettagliarli in altro post se si vuole maggiori precisazioni)
Sulle REGOLE: oltre a cose tipo collegialità, partecipazione dei cittadini, ecc, considerato che veniamo sempre accusati di essere troppo “fiscali” nel chiedere il rispetto del programma e di non considerarne la fattibilità di volta in volta, abbiamo detto (e scritto) che, per il programma nel suo complesso ma anche per i 2 punti per noi imprescindibili, eravamo disponibili a scrivere nel programma una frase che dicesse più o meno: se vi sono motivi giuridici o subentrano elementi di altra natura che ne rendano impossibile la realizzazione, tutte le forze politiche ne prenderanno atto, tornando dai cittadini per spiegare loro le ragioni di tale impossibilità e trovare insieme le possibili alternative.
Ci è stato detto che il programma doveva essere generico e generale, i 2 punti imprescindibili da noi posti non potevano essere scritti in quel modo (es. non si poteva scrivere parco su tutta la campagnetta ma solo Parco sulla campagnetta, non si poteva scrivere “non diminuire i mq di aree standard “ bensì “migliorare la qualità ambientale”), che doveva esserci un rapporto di fiducia da parte nostra sul fatto che i punti da noi indicati sarebbero stati un obiettivo di tutti anche se venivano scritti nel programma in modo generico.
All’incontro successivo del 18.1 Rifondazione ha detto: OK, se voi ci dite che l’obiettivo rimane comune anche se non viene scritto nel programma, noi siamo disponibili a questo patto tra gentiluomini e accettiamo che il programma resti più sul generico, in un rapporto di reciproca fiducia su contenuti e regole.
Si è concordato quindi l’ingresso di Rifondazione nella coalizione e stabilito con il candidato sindaco l’annuncio con comunicati stampa (devo aggiungere che da parte di Checchi e di alcuni altri presenti non c'era soddisfazione per questo esito ma sbigottimento).
Checchi ha detto che avrebbe stilato e inviato a tutti il documento sulle regole, invece
tre giorni dopo si è rimangiato il tutto e il 31 gennaio ci hanno comunicato l’esclusione di Rifondazione e qui arrivo alla tua domanda.
Perché diciamo che Checchi non ha intenzione di fare scelte diverse da quelle di Dompè?
Perché, nonostante la nostra decisione di accettare una specie di “patto tra gentiluomini” Checchi ha voluto ugualmente e a tutti i costi l’esclusione di Rifondazione, dimostrando che quel patto di reciproca fiducia da lui stesso proposto, lui non aveva alcuna intenzione di rispettarlo, lo aveva proposto confidando che noi avremmo rifiutato, non avendo avuto questo pretesto, è stato costretto ad “escluderci” ugualmente dimostrando che il “patto a voce” era una balla e che lui non ha intenzione di cambiare in meglio le scelte urbanistiche di Dompè ma riconfermarle, al massimo con qualche inezia di differenza. Altrimenti per quale ragione rifiutare una forza politica che aveva accolto la sua richiesta della reciproca fiducia, con la quale si era già raggiunto un accordo, una forza politica così attiva sul territorio e un consigliere del valore di Massimiliano Mistretta?
Il re è nudo: è emerso che il motivo per il quale si vuole un programma generico (tipo “migliorare la città”) senza dire nulla di concreto è quello di avere le mani libere e non essere vincolati a cose tangibili e misurabili. D’altronde chi mai può fare un programma elettorale scrivendo “vogliamo peggiorare la città”?
Agli elettori Checchi vuole dire cose generiche e altre completamente fasulle (tipo consumo zero del territorio) e poi, in caso di vittoria, lasciare le scelte di Dompè senza nessuno tra i piedi (Rifondazione) a ricordargli il patto tra gentiluomini.
Anzi, ora che ha messo fuori Rifondazione, potrà anche spingersi a essere più “preciso” e a scrivere qualcosa di concreto ma per puri motivi elettoralistici. Lui ha dimostrato di essere rimasto quello che nella passata amministrazione Taverniti aveva proposto 20.000 mc sull’area Carte Valori di Certosa, invece dei 10.000 previsti dal Piano regolatore (Dompè ce ne ha messi 24.000, non c’è questa grande differenza).
Checchi si prepara a fare purtroppo quanto succede spesso in politica: se sono all’opposizione faccio affermazioni contro le scelte della maggioranza, quando vado a governare faccio le stesse cose dello schieramento avverso, in qualche caso magari con qualche piccolissima differenza che, purtroppo, non fa ... la differenza.
|
01/02/2012 - 