>1) Si pretende di nuovo di creare un'isola sociale per persone che hanno difficolta' nel mezzo di un quartiere di persone che non ne hanno... >...Possibile che nessuno abbia mai pensato che gli interventi sociali vanno contestualizzati e non gettati cosi' dove capita sul territorio?
Cara Maria Elena,
Faccio un po' di fatica a capire dal tuo post "qual e' il problema" e "di chi e' il problema". Intanto non mi e' chiaro quale sia lo scopo dell' isola sociale, cioe' se creare un centro diurno di ritrovo per persone con problemi (di che tipo, poi?) oppure una residenza che li ospiti tipo casa alloggio. Non mi sembra che la zona scelta sia peggiore di altre. Via Triulziana e' una zona residenziale abitata da gente mediamente istruita che sapra' sicuramente accettare una realta' di questo tipo. La zona e' anche abitata da persone che possono anche avere del tempo libero da dedicare a questa realta'.
Per farti un esempio, anche in Via Europa, quartiere molto simile al vostro per tanti aspetti, da anni c'e' una cooperativa , la Yabboq, che si occupa di dare assistenza ai disabili, che vengono da varie realta' del Sud Milano. Mi sembra che la presenza di queste persone non sia affatto fastidiosa per il quartiere, ne' il contesto deprimente per i disabili che lo frequentano. Direi che la convivenza e' ottima. Prendendo l'autobus tutte le mattine proprio li' davanti, ormai conosco tanti utenti della Yabboq, persone meno fortunate (il che mi mette in condizione di pensare, e molto, a quanto ci lamentiamo e per che cosa, poi...), ma comunque in grado di comunicare moltissimo a chi li conosce.
Un saluto,
Barbara |