Siamo fuori strada. Non è in discussione quanto costruire, bensì come e cosa lasciare ai figli ed alla San Donato del futuro.
Il pratone è proprietà privata e l'Amministrazione di questa città ha già concordato nel 2006 le volumetrie edificabili e il verde compatto (70% della superficie) e gli standard. Il Consiglio comunale approvò il PII (Piano Integrato d'Intervento) e il Sindaco firmò la convenzione con la proprietà alla vigilia delle precedenti elezioni amministrative. Tutto ciò si potrebbe evitare se il Comune, cioè i cittadini comprassero l'area. Al tempo si parlava di almeno 30 milioni.
Nessuna amministrazione di destra di centro e di sinistra sarebbe in grado di fare ciò. Perciò lasciamo da parte parole come cementificazione e sogni irrealizzabili.
Ora la discussione è tornata per la modifica alla convenzione approvata dalla Giunta in carica, la quale sembra voglia modificare il progetto edificatorio realizzando una piazza anziché quelle cinque torri, a mio avviso tristi e anonime.
La domanda è vogliamo scommettere in una piazza centrale o su quell'anonimo progetto? Io penso che sia preferibile un progetto ambizioso, soprattutto bello e che offra la possibilità di divenire, nel tempo, luogo di aggregazione sociale. La piazza sarebbe eseguibile, coinvolgendo nel perimetro il palazzo comunale, la biblioteca, un edificio pubblico e alcuni palazzi per una volumetria (mi pare di ca. 100 mila mc). Tali palazzi ospiteranno locali commerciali e servizi collettivi vari.
Il parco attrezzato sarebbe il maggiore presente sul territorio e, a mio avviso, dovrebbe ospitare, nel verde e tra piante ad alto fusto, giochi per bambini e impianti ludici sportivi per tutte le età.
RecSando
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08/03/2012 - 