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La nostra proposta per il bilancio partecipato (mes #92543)
di Mimma d. Gentile
il 29/03/2012 19:49:13
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messaggio letto 586
volte
(1 risposta)
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in risposta a Sergio Solimena
(mes. #92533)
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<forse non ho compreso bene ma ritengo che la casualità non sia il metodo migliore per raccogliere le idee. La statistica è un metodo per misurare se le pianificazioni già approvate sono percepite favorevolmente, oppure no, indipendentemente dal loro valore. Se si vogliono promuovere idee e progetti è necessario organizzare dei centri di ascolto che valutano proposte nuove fatte dai cittadini, in modo spontaneo, con la richiesta che siano chiari i progetti e gli obiettivi.>
Il campione non è affidato al caso, è rappresentativo come, succede per esempio,con i sondaggi. Vengono sorteggiate molte più persone di quelle necessarie: vengono invitate e ovviamente ci saranno quelle che dicono di no e quelle che accettano. Quelle che danno la loro disponibilità sono ovviamente molto motivati e si sentiranno responsabilizzati (molto di più di quello che può accadere a un cittadino che partecipi ad un’assemblea) e quindi prendono l’ impegno preciso di partecipare a tutti gli incontri e di portare a termine il “lavoro”.
Solitamente si parte con 80-100 persone (noi abbiamo messo 100-150 trattandosi di un bilancio partecipativo riguardante più quartieri) che – dopo la prima fase “assembleare” - lavorano per piccoli gruppi (magari con la tecnica del world cafè), cosa che consente un maggior confronto e discussione tra i partecipanti ed una maggiore possibilità di interagire e di far emergere idee, proposte, ecc. Ci vuole un lavoro ben strutturato per arrivare a proposte precise (più di una per quartiere)
Dopo la verifica della fattibilità di tutte le proposte da parte dell’ufficio competente, avvienre il confronto con tutti i cittadini interessati a valutare e scegliere l’opera ritenuta più necessaria e sono i cittadini sorteggiati che presentano i progetti agli altri concittadini.
Questo è il sistema più adoperato dai comuni che hanno già fatto questa esperienza e la cosa funziona e se da cosa nasce cosa, la volta successiva ci saranno tanti altri cittadini disponibili a lavorare su altri progetti. Insomma, un po’ come le ciliegie, una tira l’altra.
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