Molto bello, ma difficilmente efficace, fattibile e marcatamente utopico.
Molti altri scrivono e pensano che i cittadini siano quel centinaio massimo di persone disponibili a farsi avvicinare o appassionati che escono di casa per venire agli incontri, comunque essi fossero organizzati. Queste persone possono essere poi veicolo d'informazione nei confronti di altre persone. Ma se dovessi stimare quanti alla fine di una legislatura, con i sistemi da te indicati, possano essere informati su cosa pensi e fa quel tal candidato, non vado oltre le cinquecento unità, per San Donato circa il 2-3%% degli elettori.
Tieni presente, poi, che un candidato possa essere nuovo e non avere una storia di consigliere o di uno che ha già operato nel pubblico. Come fa per farsi conoscere?
Infine, come ho già detto in passato, nonostante la campagna che tu disdegni (concordo che non è spesso un bello spettacolo) la maggioranza degli elettori vota su consiglio dell'amico, solo perché uno l'ha conosciuto, vota per il simbolo nazionale per tradizione e ideologia e un certo numero decide per chi votare davanti al tabellone del seggio elettorale appena prima di entrare in cabina.
Comunque la tecnologia cambia e sviluppa nuove forme di comunicazione. Vedi Grillo che opera sui social network, rifiuta le televisioni (ma è presente lo stesso perché fa notizia), i confronti e i dibattiti.
Insomma la campagna elettorale, vista come comunicazione non possiamo farne senza, a meno che cessi la democrazia e si torni ai candidati unici di un unico partito. |