Luca, purtroppo con la disoccupazione tutti quanti noi cominciamo ad avere esperienze dirette. Le persone disoccupate cominciano ad aumentare sempre più. Io ne conosco già 5 e sono tutte oltre i 40 anni. Posso credere che con gli anni questa percentuale crescerà e la disoccupazione toccherà tante persone, troppe per essere gestibile con gli interventi che un comune può affrontare. Già da ora dobbiamo cominciare a ragionare ribaltando la questione, ovvero essendo consapevoli che la disoccupazione sarà la norma per molte famiglie in futuro, e pensare come garantire loro comunque beni e servizi. Parlo per esempio anche solo di tariffe mensa e di ISEE, di come rendere possibile il pagamento del mutuo alle famiglie in difficoltà, di come garantire l'accesso a beni a basso costo, o all'assistenza per gli anziani (quanto è difficile la vita per un precario con genitori anziani da curare, ancor di più per un disoccupato che deve pensare a trovare lavoro ovunque, anche all'estero, e contemporaneamente si trova dei genitori da curare). Si può terrorizzare quanto si vuole sul significato del lavoro, ma principalmente esso ha la funzione per tante persone di garantirsi un reddito. Non conosco persone che stanno fino alle 22 in ufficio perché si divertono. Sotto sotto tutti hanno semplicemente bisogno di soldi per vivere. E quando si perde il lavoro, non si perde solo identità, ma anche e più semplicemente reddito. Per quanto riguarda le competenze, che ne facciamo di quei lavoratori che non ne hanno e non ne possono avere, per evidenti limiti (anche solo di età o di settore, che ne facciamo di un geologo se i cantieri chiudono o di un ricercatore cinquantenne se non vi sono più centri di ricerca?) Accettiamo che nessuno li paghi?
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