> D >Sono ovviamente a disposizione, in virtù del mio ruolo di consigliere quale interlocutore e anello di congiunzione con l’amministrazione, nonché se richiesto e auspicato “veicolo - portatore” delle istanze, sia per i singoli cittadini che per il Comitato di Certosa . > > >Serenella >
Ottimo, Serenella. Certosa sicuramente cambierà nei prossimi anni. Per me che abito in prossimità di tali interventi spero che essi portino finalmente quest'area a rinascere. Mia figlia terminerà quest'anno la scuola materna e ho potuto osservare come la maggior parte dei suoi compagni insieme ai genitori, appena usciti dal scuola, fuggissero verso via Olona, dove trovavano giardini un po' più ampi e soprattutto il cortile dei condomini dove abiti. Questo sicuramente non ha favorito la vita sociale di quest'area di Certosa, che dopo l'ultima campanella della scuola, si spopola, trasformando via Greppi in un deserto fino alla mattina successiva. L'allargamento del giardino della scuola non muterà la sostanza delle cose. Migliorerà la vita scolastica dei bambini, e di questo ne sono contento, ma non favorirà la socialità dei genitori, e la socialità è la base per formare una comunità. Ho sempre pensato come sarebbe stato bello che i bambini, all'uscita da scuola, potessero trovare, come accade da altre parti, un bel giardino dove fermarsi e giocare ancora insieme e consentire ai genitori di scambiare quattro chiacchiere, e non venissero immediatamente sbattuti sul seggiolino di una macchina per tornare a casa. Ho sempre sognato una comunità più capace di stare insieme, ma per far questo occorrono spazi che adesso non ci sono. Quando la Bull sarà terminata tra un anno verranno altre famiglie e l'esigenza di spazi sociali in questa zona sarà ancora maggiore. Potrei anche fregarmene di questo problema, che non sarà più mio così grandemente come è stato fino ad oggi: mia figlia sta crescendo, l'anno prossimo andrà alle elementari, ma vorrei che la mia esperienza di questi anni potesse servire a migliorare la qualità di vita dei genitori che porteranno i loro figli dopo di me. Fare qualcosa perché la vita sia migliore per gli altri mi fa ben sperare in un futuro migliore. Anche per me, indirettamente. Sapere di abitare in un quartiere vivace, dove ci si sente parte di una comunità, è qualcosa che considero prioritario nelle scelte da farsi. Un sogno? Non credo lo sia. L'idea che stiamo portando avanti ha costi molto bassi per l'amministrazione ma un impatto che, spero, potrebbe essere importante sul territorio e potrebbe ridare vita a un'area che ora è solo un dormitorio. D'altronde, anche quand'ero all'interno del comitato, tutti quanti eravamo concordi nella necessità di trovare spazi di socialità in quanto inesistenti o quasi a Certosa, quindi questa proposta mi pare un'opportunità da prendere in considerazione, per chi ci crede e la vuole raccogliere. In effetti io potrei anche non sbattermi più di tanto. Mia moglie si arrabbia e mi dice "Ma chi ce lo fa fare, tanto non ci ascolta nessuno, hai visto, nessuno farà niente". Ecco: tanti sono convinti che nessuno farà niente, da anni sento questa litania e non vorrei più sentirla. Mia moglie, anche lei, a questo punto vuole cambiare casa e quartiere, non ne può più di promesse e distinguo. Ma quando mia figlia mi dice "No, io voglio restare qui, qui ho le mie amiche", io comincio a dubitare che fuggire sia la cosa migliore. E mi dico che se tutti noi crediamo che la situazione si possa migliorare, migliorerà.
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