<un federalismo che fa bene al paese e mette i pubblici amministratori locali di fronte alle proprie responsabilità. Chi meglio di un amministratore locale conosce il proprio e conseguentemente deve essere in grado di fare le scelte che incidono per il meglio sullo stesso. <Fermo restando che le linee guida generale sono sempre dettate dal potere centrale è arrivato il momento che gli amministratori locali si assumano le proprie responsablità, taglino sprechi, applichino un controllo sulla spesa corrente e non e facciano scelte responsabili per il bene del territorio. <E' arrivato il momento di dire basta allo scarico di tutte le responsabilità sugli altri. <un federalismo che fa bene al paese e mette i pubblici amministratori locali di fronte alle proprie responsabilità. Chi meglio di un amministratore locale conosce il proprio e conseguentemente deve essere in grado di fare le scelte che incidono per il meglio sullo stesso.
In teoria è come dici tu. Anch'io vorrei che fosse così. Ma la realtà è che la democrazia funziona solo se esiste una classe politica di qualità che antepone il bene comune al proprio e un popolo (elettore) maturo che sa giudicare cosa sia il bene comune e non solo il proprio.
Grazie a Barbara puoi leggere l'articolo. Per agevolarti ecco alcuni passaggi:
“Luoghi bellissimi sono rovinati per sempre. Non esistono più. Ma nel resto d'Italia non è troppo diverso: dalla Valle d'Aosta, alle riviere liguri, a quelle abruzzesi-molisane, al golfo di Cagliari, ai tanti centri medi e piccoli dell'Italia peninsulare interna (delle città è inutile dire), raramente riusciti a scampare a una modernizzazione devastatrice. Paradossalmente proprio la Repubblica, nella sua Costituzione proclamatasi tutrice del paesaggio, ha assistito al suo massimo strazio....”
"...Lo scempio del paesaggio italiano e di tanti centri urbani, l'abbandono in cui versano numerose istituzioni culturali, l'impossibilità di un ampio e coordinato sviluppo turistico di pregio e di alti numeri, sono il frutto innanzi tutto della pessima qualità delle classi politiche locali, della loro crescente disponibilità a pure logiche di consenso elettorale (non per nulla in tutta questa rovina il primato è del Mezzogiorno). Questa è la verità: negli anni della Repubblica il territorio del Paese è sempre di più divenuto merce di scambio con cui sindaci, presidenti di Regione e assessori d'ogni colore si sono assicurati la propria carriera politica (per ottenere non solo voti, ma anche soldi: vedi il permesso alle società elettriche d'installare pale eoliche dovunque)....
"Il punto chiave è stato ed è l'indebolimento del potere centrale: del governo nazionale con i suoi strumenti d'intervento e di controllo. In realtà, infatti, in quasi tutti gli ambiti sopra evocati è perlopiù decisiva la competenza degli enti locali (Comune, Provincia, Regione), tanto più dopo l'infausta modifica «federalista» del titolo V della Costituzione.
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