Lucas,
Purtroppo, quando si giudicano le persone, si rischia facilmente di cadere in due trappole:
1. Generalizzazioni: ovvero partire da pochi casi, oppure da articoli di giornale, dicerie, etc. e ricavarne una regola universale che non ha alcuna validità statistica. E' un po' la base del preconcetto, del pregiudizio e dei luoghi comuni.
2. L'errore fondamentale di attribuzione: ovvero la tendenza sistematica ad attribuire la causa di un comportamento esclusivamente alla persona che lo mette in atto (attribuzione disposizionale), sottostimando l'influenza che l'ambiente o il contesto può avere nel determinare tale comportamento (attribuzione situazionale). Ad esempio, se Alice vede Paolo arrampicarsi su una roccia e cadere, Alice può considerare Paolo goffo o imprudente (disposizione). Se alice si arrampica sulla stessa roccia e cade a sua volta, è più verosimile che dia la colpa alla posizione della roccia (situazione). E ancora, se si osserva una persona donare dei soldi ad un mendicante appena fuori da una chiesa, la tendenza e quella di considerare la persona come generosa (attribuzione disposizionale), spesso però non si tiene conto di fattori situazionali quali ad esempio la desiderabilità sociale, ossia il bisogno di farsi vedere persone per bene agli occhi degli altri, soprattutto in luoghi affollati, o ancora la necessità di dimostrare l'appartenenza ad un certo status sociale.
Tutti ci cascano, me compreso.
Come cercare di evitarlo? L'unica via d'uscita è l'empatia, ovvero un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale.
Ciò non è facile e richiede un certo impegno. In subordine, si può procedere per via mediata, ovvero informandosi da fonti molteplici e diverse.
Con questo non voglio giustificare nessuno, nè negare l'evidenza che molti nomadi rubano per campare e che alcuni aspetti della loro cultura sono per me incomprensibili e non particolarmente apprezzati.
E' solo un invito a voler conoscere le cose un po' più da vicino. E spesso basta poco, due chiacchiere fuori dalla Lidl. |