Sono totalmente d'accordo con te, Giorgio, anche nella tua conclusione "tranchant" ma assolutamente vera.
Un orario siffatto consente l'uso della bicicletta soltanto diportistico. Evidentemente chi ha preso queste decisioni ignora quali siano gli orari di lavoro oppure se ne frega di chi lavora, che userebbe volentieri la bici per recarsi al lavoro. Quando la metro 3 fu realizzata nel 1990 (credo che a San Donato sia arrivata nel 1992), si poteva benissimo "copiare" quanto gia' fatto in altre citta' europee. Ho vissuto ad Amsterdam per alcuni mesi, la' anche i battelli per attraversare il fiume Ij (che prendevo tutti i giorni in quanto gli uffici della Shell, dove lavoravo, erano dall'altra parte) avevano una zona senza sedili ma con degli appigli, riservata ai "fietsen", cioe' alle biciclette. Sarebbe bastato fare altrettanto, creare varchi appositi per le biciclette e vagoni senza sedili per ospitare i ciclisti. Invece, basta guardare come e' stata realizzata la stazione M3 di San Donato, non c'e' neppure una rampa per far scendere le biciclette (e le carrozzine, che le mamme e i disabili si arrangino...)
Quanto alla maleducazione dei ciclisti , quella dei ciclisti milanesi e' ben peggio di quella dei sandonatesi ed il rischio a cui si espongono ed a cui espongono gli automobilisti e' assai maggiore. Ormai ritengo pero' che la maleducazione dei ciclisti non sia piu' un fatto personale, ma ideologico, paragonabile (dal lato opposto) all'arroganza di molti guidatori di SUV.
Comunque adesso non ci sono piu' scuse, sia a Milano che a San Donato ci sono giunte dello stesso colore che si pregiano di definirsi "ambientaliste"; che provvedano a realizzare quello che serve per garantire sicurezza a chi circola in bicicletta senza perdere ulteriore tempo. Non credano di cavarsela con le manifestazioni folkoristiche e le biciclettate nelle giornate di blocco del traffico ...
Ciao Barbara |