Innanzi tutto complimenti per la velocità con cui sei riuscito a leggerlo ed ad inquadrare a sommi capi l'impostazione del suo lavoro.
Non mi aspetto che tu lo condivida, mi basta solo dimostrare che alternative all'agenda Monti pur esplicitate non sono oggetto di dibattito. E a mio parere non per caso.
Che Ferrero, comunista, parta dalla critica marxista è del tutto normale semmai sarebbe il contrario a far notizia.
Ciao e Buon Anno, Danilo
Focalizzando il punto che secondo me non hai colto appieno ricontrattazione dei trattati e debito, essendo snodi portanti del discorso, dico che il ragionamento su come sia necessario rivedere quei trattati se non si vuole far fallire il progetto comunitario è perchè essi mettono a mio avviso, a rischio costante tutte le economie dei paesi più deboli come i PIGS a cui vanno aggiungendosi la Francia e quei paesi già traballanti come Polonia, Ungheria, Bulgaria, e più recentemente anche la Slovenia. La leva utilizzabile è quella che far fallire questi paesi farebbe saltare tutto e i crediti che i paesi più ricchi detengono risulterebbero carta straccia. Quindi non conviene nemmeno a loro.
Non si sostiene di non pagare il debito, benchè la cosa è già stata utilizzata non solo dall'Islanda, ma dall'Argentina anni fa e con la stessa Grecia dove già grandi investitori hanno - obtorto collo - dovuto rinunciare in parte ai loro crediti e non per questo è venuto giù ol mondo, bensì la proposta è quello di affrontarlo analizzandone a fondo la sua natura, e una volta garantito il credito dei piccoli risparmiatori, rivedere tempi di rientro con tutti gli altri. Sarebbe come ridiscutere un mutuo, se mi permetti questo paragone un pò banale. Sui fondi pensione ci sarebbe da fare un discorso a parte e più approfondito di questo.
Per il resto più o meno hai colto il succo del discorso che quel libro propone. Altro discorso è condividerlo.
Va da sè che ognuno ha la sua visione. Io per esempio penso che questo modello di sviluppo che si basa sul profitto e sulla competizione a scapito delle persone e dell'ambiente su un pianeta con risorse finite non abbia futuro mentre la risposta a mio avviso è proprio quella iniziata da Marx dove una società solidale, che ridistribuisca le risorse a ognuno a seconda dei suoi bisogni, rispettosa delle persone e dell'ambiente sia l'unica risposta possibile per permettere a questo pianeta e ai suoi abitanti di farcela.
Una specie di pensiero che parte da lontano che faccia tesoro del meglio che ha sviluppato e che tenga conto della realtà (tipico di Marx, ma pure di Gramsci) e con lo sguardo verso il futuro.
Un socialismo del XXI secolo, se mi passi questo sì, uno slogan.
RecSando
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