>C'è sempre qualcosa di indefinito a cui dare la colpa, e oggi va di moda citare la globalizzazione, come non fosse mai esistita, anche se il fenomeno può datarsi addirittura a partire dal 1840.
Daniele, negli ultimi anni non credi che sia successo qualcosa, che dal 1840 ad allora non c'era? Il mondo è connesso, vi è la libera circolazione dei saperi e dei capitali. Inoltre, sono cadute molte barriere politiche. Oggi non c'è più grande differenza tra un prodotto coreano (Samsung), uno americano (Apple) e uno giapponese (Sony). A dire il vero non c'è nemmeno differenza tra l'ingegnere coreano, quello americano e quello italiano. Questo è il tema principale: prima eravamo quattro gatti che ci dividevamo la ricchezza mondiale, oggi siamo molti di più. Magicamente, la nostra rendita da posizione è sparita. Qualcuno lo ha previsto per tempo, altri no, tra cui noi. E i nostri prodotti, le nostre competenze sono diventate fungibili, sostituibili, non valgono più un fico.
>Nella realtà le cose sono molto più complesse di quanto l'abuso di questo termine lasci supporre.
Le cose sono straordinariamente complesse, oltre ogni capacità umana. L'universo tecnocomunicativo sta stravolgendo l'evoluzione, accelerandola in modo imprevisto e imprevedibile. I vecchi modelli e le vecchie teorie non sembrano più adeguate a interpretare la realtà.
Ma sono convinto che tutto nasca da un fattore: la condivisione della conoscenza. |