>...proviamo: > >[Andrea] >Il problema é che la ricerca, soprattutto medica ma non solo, dovrebbe essere open source come per il software. > > >[Luca]>Basta che qualcuno la paghi, per me può essere come vuole. > > >[Marcello]>...ma sì infatti, alla fine gli scopi della ricerca sono sempre e solo il profitto e il potere.
Forse non capisco io, Marcello. La ricerca e l'innovazione costano, lo diceva anche Schumpeter. Oltretutto, la ricerca, per sua stessa definizione, non produce sempre risultati certi.
Sono d'accordo che la ricerca per il bene dell'umanità debba produrre beni accessibili a tutti. Anzi, in relazione alla ricerca farmaceutica, oserei dire che se si investissero risorse nella prevenzione, se ne investirebbero meno per la ricerca di farmaci. Ad esempio, se non si lasciassero intere popolazioni nella povertà come in Africa, forse si ammalerebbero di meno e avrebbero meno bisogno di farmaci. Invece, li si lascia vivere nelle capanne di sterco senza cibo e poi si vendono loro i farmaci per le malattie che li affliggono.
Quindi, profitto o non profitto, va rivisto il modello nel suo complesso e internet non sta producendo nulla di significativo, secondo me. Infatti, sono proprio le net-company ultracapitaliste che spiccano per una spregiudicata modalità di vedere il business: google, facebook, amazon e compagnia cantante sono le aziende più ultraliberiste che ci siano al mondo.
La open innovation funziona solo su piccoli ambiti e i risultati vengono spesso poi recepiti dalle corporations che li fanno propri con buona pace dei lavoratori P2P.
Quindi, sono d'accordo che i risultati di certa ricerca dovrebbero essere a beneficio di tutti, ma dobbiamo essere comunque consapevoli che la ricerca costa e quindi qualcuno dovrà pagarla.
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