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Il Nord è sull'orlo del baratro  (mes #105559)
di Luca Isabella il 25/05/2013 08:03:09

messaggio letto 1213 volte
(2 risposte)

in risposta a Mirco Rainoldi (mes. #105552)
Non so se qualcuno di voi ha visto ieri sera il film documentario "Too Big To Fail" sui giorni del fallimento della Lehmann, AIG etc. http://en.wikipedia.org/wiki/Too_Big_to_Fail_(film)

Per chi vuole vederlo, c'è anche integrale su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=JLfnxbcx0so

Lo consiglio vivamente.

Perchè il film è indicativo. Semplicemente perchè in buona sostanza la FED diede miliardi di dollari alle banche di investimento per evitare che fallissero, con l'obiettivo che con queste ritornassero a dare credito all'economia reale. Nei fatti ciò non avvenne, le banche usarono i soldi per risanare i conti con la speculazione e poi li resero indietro. L'economia reale peggiorò ancora. A questo seguì un'altra massiva iniezione di liquidità attraverso il programma di acquisto di titoli - il cosìddetto Quantitative Easing - che, ad oggi, non sembra aver prodotto che enormi bolle nei mercati: la borsa americana è ai massimi di sempre, il mercato obbligazionario pure. Nel frattempo l'occupazione e l'inflazione rimangono al palo.

Dunque, vogliamo ripetere la stessa via? La BCE l'ha già fatto ed eccoci qui allo stesso punto di prima, se non peggio.

Le banche sono - appunto - too big to fail, troppo grandi per fallire. E quindi i nostri governanti danno loro i nostri soldi. Con i quali speculano e comprano il nostro debito, facendoci diventare sempre più loro schiavi.

Bel casino, eh?

A questo dobbiamo aggiungere, e ricordarlo a Squinzi, che le aziende italiane sono arretrate tecnologicamente e sotto tantissimi altri punti di vista. Pochissime hanno chance di competere in un mercato globale senza "svendere" i loro prodotti (da cui il senso della svalutazione), mettendosi in competizione non con i paesi industrializzati, ma con quelli emergenti. Una vergogna di cui sono responsabili soprattutto gli imprenditori. Chi in piccolo, chi in grande, molti di loro hanno seguito il "modello Riva", la famiglia che possiede l'acciaieria di Taranto, che si è imboscata 8 MILIARDI DI EURO (si paragonano a due manovre IMU) destinati all'ammodernamento dell'impianto e agli investimenti per ridurre il disastroso impatto ambientale. Di "imprenditori" di questo tipo ne ho conosciuti tantissimi nella mia esperienza professionale.

Credo che se ci sarà nuovo credito per le imprese, questo finirà ancora a fondo perduto in attività decotte, già morte.

Una nota su formazione e cassa integrazione, richiamata da Luigi. Siccome lavoro nell'ambito della formazione, da un lato trovo scorretto che i fondi dedicati finiscano nella cassa integrazione. Tuttavia, se faccio mente locale su *come* vengono usati tali fondi - ovvero spartiti in via clientelare tra vari soggetti: politici, sindacali, religiosi - forse è meglio finiscano nelle tasche di qualche povero cristo che si compra da mangiare.

Comunque, la cassa integrazione viene anch'essa usata spesso in modo improprio, grazie alla corruzione. E comunque non credo sia giusto che una classe di lavoratori abbia un ammortizzatore sociale pagato dallo Stato e altri no.
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