>La vita umana non deve spettare ad una cultura laica che ne gradua quando può manifestarsi o meno.
Forse una mamma cattolica piange lacrime diverse quando perde il suo bambino rispetto a una atea? Sicuramente le lacrime sono diverse tra quelle per la perdita di un bambino di 2/3 o 10 anni, e quelle di un embrione. Questa può essere, volendo, la base di un'etica laica. Su quanto affermi dopo, non mi sorprende: l'antiabortismo non è incoerente con la pena di morte. L'antiabortismo non cancella dalla realtà l'aborto: semplicemente lo rende illegale, di conseguenza rischioso per la madre, in pratica, se vogliamo, punisce in terra chi lo commette, sostituendo il giudizio degli uomini a quello di Dio, esattamente come la pena di morte. Stessa componente ideologica dietro la condanna del sesso mercenario, col relegare le prostitute e i loro clienti ai margini della società, come fosse una punizione per chi non concepisce il sesso secondo canoni cristiano-cattolici: quando alla donazione di se stessi si sostituisce la vendita di sé, scatta la volontà punitiva. Non sto assolvendo i comportamenti, ma non credo che spetti a noi uomini, attraverso lo strumento della legge, definire chi si comporta in maniera etica e chi no. La legge può definire delle priorità, ma non sostituirsi alla coscienza individuale.
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