Ciao Luigi, grazie per le risposte che mi hai dato. E’ quindi il mio turno per rispondere alle tue
<Ma ora io faccio a te una domanda: come mai il comunismo non è riuscito a prevalere in nessuna nazione a sistema democratico, come mai i popoli che ricercano la democrazia o modelli da seguire non si sono mai indirizzati verso un paese comunista?>
La mie risposte sono le seguenti: 1) Il mondo è stato diviso in due e chiunque volesse scappare dall’influenza del potere Americano, e tu dovresti dirmi come mai dato che era più libero, non ha avuto altra scelta che rifugiarsi sotto la protezione dell’URSS. Purtroppo in URSS la democrazia non c’è mai stata, né prima, né durante il Comunismo. Questo ha ostacolato lo sviluppo della libertà che pure era l’unica ragione che aveva inspirato la scelta ideale per il Comunismo. 2) I popoli meno arretrati economicamente che hanno ricercato la democrazia non hanno avuto scelta. O restavano nel campo occidentale, e quindi erano costretti a subire il potere assoluto degli USA, come tutti i colpi di stato hanno ben dimostrato in America latina o del sud, oppure dovevano subire le condizioni dell’URSS. E come dice Riotta l’URSS ha rappresentato lo stravolgimento di tanti nobili ideali.
<Da quanto detto sopra mi pare confermato che la DC ha potuto governare fino al crollo del Comunismo, semplicemente perché molti l’hanno votata solo per scongiurare l’avvento del comunismo, in alcune occasioni, io sono stato uno di quei elettori.>
Questa tua affermazione la condivido perché è vera sul piano storico. Sarebbe però interessante analizzare in che modo venne orientata la popolazione italiana. Se tralasciassimo le stragi di Stato, la strategia della tensione e tutte le azioni terroristiche che sono state messe in atto per spaventare l’opinione pubblica allora si potrebbe anche dire che la scelta dell’anti-comunismo fu una scelta libera. In realtà senza questi mezzi criminali forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse tu potresti dirmi che il fine giustifica i mezzi. Ma ciò non ha nulla a che vedere con la Democrazia. Con ciò non voglio dire che se fossimo caduti sotto la protezione dell’URSS le cose sarebbero andate meglio. Onestamente penso che sarebbero andate peggio. Però la domanda resta sempre la stessa e valida per tutti coloro che vogliono capire: come mai in Italia, ma pure in America e nel resto dell’Europa benestante, l’idea del Comunismo si sviluppò così intensamente con il coinvolgimento di parte della buona borghesia e della cultura, se i principi di libertà e democrazia si fossero già realizzati in questa parte del mondo?
Forse la risposta è nel riconoscere che la promessa di una società più giusta e aperta cominciava già alla fine degli anni ‘60 ad andare in crisi. Stava divenendo sempre più chiaro che la promessa del benessere per tutti non si sarebbe più realizzata e che il boom economico del dopo guerra era già dietro le spalle. I movimenti di ribellione del ’68, nei licei classici e scientifici, e molto meno in quelli tecnici, sono la prova che fu la classe agiata e borghese a ribellarsi ad un futuro di disoccupazione. E’ all’interno della borghesia stessa che cominciarono a nascere dubbi sulla possibilità di sviluppare ancora a lungo l’uguaglianza, la libertà, la fratellanza attraverso il semplice mantenimento delle leggi di mercato. La crisi di oggi ne è una tragica testimonianza.
< Perché il mondo è cambiato con la globalizzazione e nuove sfide si pongono davanti all’umanità. Sappiamo che la crisi italiana si origina dall’elevatissimo debito pubblico (2.000 MLD) che iniziò ad incrementarsi fortemente durante la stagione del consociativismo.>
Su questo punto non posso essere d’accordo. La crisi italiana si è originata ed è maturata già in presenza del boom economico a causa di una classe politica che non si è mai posta concretamente il problema di uno sviluppo industriale e di un' etica del valore. La perdita dell’aerenautica “Caproni”, dell’industria elettronica (Geloso), della Farmaceutica, della Chimica nonostante il premio nobel di Natta , nel 1963, delle acciaierie, delle attività portuali, dei computer (Olivetti) ecc. ecc. sono ben precedenti all’era del consociativismo a cui ti riferisci.. La crisi mondiale a cui stiamo assistendo si è sviluppata cercando di creare ricchezza dal nulla. Si sono emessi titoli senza alcun valore, titoli pattumiera, tradendo la fiducia di tutti. E stiamo insistendo su questa strada, facendo soffrire interi popoli, con l’unico risultato che la disoccupazione aumenta continuamente. In America 23 milioni di persone, che prima avevano un lavoro adesso hanno difficoltà a trovarlo.
Termino perché è tardi. Non credo però che convenga insistere sul Comunismo quale causa di ciò che oggi stiamo vivendo. E riflettiamo invece da quale cultura è nato il Nazismo che purtoppo sembra non essere morto osservando cosa sta accadendo in Grecia. E chiediamoci da dove trae origine questa infame cultura?
Ciao, sergio
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