> A mio avviso non lo usa per "oliare meccanismi che ogni tanto non tornano",ma per dare un nome a qualcosa di ancora ignoto,ma del tutto materiale nel tempo e nello spazio.
Come l'ho espresso io o come l'hai espresso tu sono esattamente lo stesso concetto.
E' irrilevante se Hawking preghi o lodi Dio, conta che lo 'usi' nella maniera che, con un neologismo, ho definito "misticismo di quadratura".
Ciò che ho sostenuto non é una carenza di Hawking dal punto scientifico, non c'è niente di male nè di errato, scientificamente, avere delle variabili non spiegate/non ancora conoscibili, puoi chiamarle dio o dargli un qualsiasi altro nome e nulla sminuirebbe il resto della teoria scientifica.
Ciò che ho detto é che invece, dal punto di vista *teologico*, Hawking (per essere gentili) lascia molto a desiderare. Come usa dio e come pensa (Hawking) che dio agisca non é a livelli molto superiori di Linus e Charlie Brown quando attendono, guardando fuori dalla finestra, il passaggio del Grande Cocomero.....
In buona sostanza: leggo e continuerò a leggere il libri di Hawking perchè a me l'astronomia affascina immensamente. Si svegliasse un giorno e scrivesse un libro di teologia non sprecherei invece nè denaro per acquistarlo, nè tempo per leggerlo.
RecSando
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