> >Facci caso a un particolare, Luca. >Una volta la liquidazione, poi divenuta TFR nel 1982, era una mensilità del dipendente che finiva all'imprenditore. >Ora finisce nei fondi. >Il problema di base sta tutto qui. >Noi, generalmente, continuiamo a ragionare ancora con i parametri di un'economia produttiva. >Lo stato (che, come dici tu, ha messo le mani sopra al TFR nel 2005) è già più avanti, e infatti ha già spostato i soldi dei dipendenti dai vecchi "padroni d'azienda" a banche, assicurazioni etc. >Per lo Stato, ormai, il nostro mondo di lavoratori e imprenditori, è già superato e viene lentamente prosciugato a favore del - più redditizio? O più potente? - mercato finanziario. >Se è così (aspetto smentite :-)) , siamo fregati.
Premesso che lo Stato non può incidere sulle scelte di investimento dei Fondi Pensione, a mio avviso il miglior strumento deputato a gestire il TFR, se non controllarne (tramite COVIP ente preposto alla vigilanza sul loro funzionamento) il loro operato, mi pare che tu stia facendo un po di confusione tra speculazione e investitori istituzionali, categoria quest'ultima cui fanno parte i Fondi Pensione. La speculazione è senza dubbio un aspetto, purtroppo ineliminabile, dei mercati finanziari che va tenuta strettamente sotto controllo e colpita con imposizioni fiscali crescenti. Non per nulla proprio in questi giorni a livello europeo si pensa di introdurre la cosiddetta Tobin Tax con l'obbiettivo di rendere più costosa e complicata la vita agli speculatori. Lo speculatore ha come scopo l'ottenimento di un vantaggio economico sfruttando situazioni a lui favorevoli, ma a danno di altri soggetti o, peggio ancora, della collettività. I Fondi Pensione invece investono, se la linea prescelta dal lavoratore lo consente, oltre che in titoli di stato e altre obbligazioni sia nazionali che sovranazionali, anche in azioni, fondi comuni di investimento o altri strumenti finanziari che indirizzano i flussi di denaro verso le aziende mediante sottoscrizioni di quote e/o aumenti di capitale. Questi canali di finanziamento sono per le imprese un modo di ottenere quattrini da utilizzare per gli investimenti a costi decisamente più bassi rispetto ai finanziamenti bancari. Per questa ragione il Fondo Pensione, oltre ad essere uno strumento di risparmio per il lavoratore (oltretutto integrato anche dal datore di lavoro) per ricevere dei benefici in termini di pensione integrativa a conclusione della sua vita lavorativa, è anche uno strumento utile agli investimenti produttivi. Contrariamente ai paesi anglosassoni, dove queste forme di previdenza integrativa sono presenti da diversi decenni, in Italia i Fondi Pensione sono stati introdotti di recente per cui non c'è ancora quell'attenzione al nuovo strumento. Tuttavia con la riforma della previdenza, già iniziata a suo tempo con la legge Dini e proseguita poi con la legge Fornero, sta già lentamente maturando una presa di coscienza positiva nei confronti di queste modalità di integrazione previdenziale. Purtroppo, da quello che percepisco e dalle tante imprecisioni che sento dire in giro, i Fondi Pensione non sono ancora stati compresi appieno. Penso comunque che, come per tutte le novità, anche questa forma evoluta di risparmia troverà ottima accoglienza. Poi gli scettici ci sono e ci saranno così come ci sono sempre stati. |