Per me è già sorprendente che un terzo dei votanti abbiano preferito Renzi.
Ascoltando in giro ne ho dedotto che per la maggior parte si tratta di elettori moderati, di centro, poco schierati ideologicamente, delusi (e come potrebbero non esserlo ?) da un precedente voto a destra, che però non vogliono votare un Bersani troppo caratterizzato come ex PCI; e allora sono venuti alle primarie e hanno votato Renzi (ex DC) che pur essendo di sinistra li rassicura di più dal pericolo dei "cosacchi in piazza San Pietro".
L'apparato del PD ha fatto di tutto per impedire un voto all'outsider Renzi, per esempio con la preregistrazione. Anche per questo il risultato è una sorpresa.
Intanto un primo risultato Renzi l'ha ottenuto, di costringere Bersani al ballottaggio, che è già un piccolo smacco rispetto al risultato plebiscitario atteso.
Se anche perderà il ballottaggio com'è sicuro, è riuscito a creare nel PD una frattura, una nuova corrente di cui bisognerà tener conto in futuro. Non sarà più il PD monolitico attorno al suo segretario e attorno al nucleo storico ex PDS. Coprirà un arco politico più esteso, e non è detto che sia così male.
E' anche il risultato della disintegrazione della destra, che ha mostrato tutta la sua inconsistenza. Che Berlusconi sia stato costretto a cedere il potere a un tecnico è uno smacco colossale da cui non si riprenderà più. E il suo ex staff di ministri e ministre sta mostrando in questi giorni il loro scarsissimo spessore politico. Senza Berlusconi a tirare i loro fili, che ministri potrebbero essere Meloni, Gelmini, Carfagna, Brambilla (le donne in particolare erano le più inconsistenti), per non parlare di Bossi e Calderoli di cui si ricorda solo il famoso Porcellum. Per non parlare di Alfano che in questi giorni sta mostrando tutto il suo ruolo di scudiero, altro che ministro della Giustizia. |
27/11/2012 - 