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Domandona (mes #91200)
di Mimma d. Gentile
il 16/02/2012 21:30:44
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messaggio letto 543
volte
(1 risposta)
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in risposta a Luca Isabella
(mes. #91141)
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Ciao Luca,
prima di tentare una risposta alla tua “domandona”, faccio 3 considerazioni che mi sembrano utili per la valutazionedi un programma elettorale
1.un programma è fatto di impegni che richiedono “spesa” ed altri che non richiedono copertura finanziaria ma che possono essere altrettanto importanti per la qualità dell’ambiente e della vita delle persone: richiedono quindi “solo” la volontà politica di inserirli nel programma e poi di realizzarli perchè non diventino anche loro solo promesse elettorali. Non intendo riferirmi ad affermazioni general generiche o di principio (tipo vogliamo una città più bella e accogliente) ma a cose precise e misurabili. Faccio un solo esempio: Il PGT approvato dall’attuale amministrazione prevede di ridurre i mq di aree per verde e servizi che i costruttori devono cedere GRATUITAMENTE al comune da 26,5 mq ogni 100 mc a 18 mq ogni 100 mc. Non è un obbligo di legge, perciò l’amministrazione può decidere di conservare i 26,5 mq in vigore con il Piano Regolatore e addirittura di aumentarli, quindi un beneficio per la città senza alcun esborso per le casse:-)). Rifondazione ha fortemente contrastato la decisione di ridurre queste aree (gratuite) e non sto a ripeterne i motivi. Coerentemente, Rifondazione metterà nel programma la necessità che i mq di standard siano almeno 26,5 mq . Non ci sarà bisogno di dimostrare “copertura finanziaria” : quindi, se un programma non riporta questa voce non è per motivi economici ma perchè non è evidentemente interessato a ridurre la cementificazione.
2. Esiste anche la questione PRIORITA’, quindi un programma (anche in riferimento alla questione risorse) può e dovrebbe dire cosa considera prioritario realizzare: in questo modo i cittadini hanno, se non altro, un quadro meno vago. Noi indicheremo le priorità che riteniamo più importanti.
3. Ci possono essere cose del programma che un’amministrazione non riesce realizzare, a volte capita che faccia addirittura il contrario di quanto scritto: io penso che in questi casi gli amministratori debbano sentire come un OBBLIGO MORALE prima ancora che politico quello di tornare dai cittadini a spiegare i motivi per cui non riescono a realizzare la tal cosa (e devono essere motivi più che validi, altrimenti siamo alle solite).
Detto questo: le forze politiche che sono presenti in consiglio comunale, nonostante l’”opacità” di Dompè, hanno in questi anni visto i bilanci e qualche idea della situazione hanno potuto farsela ma con i comuni non si sa mai perché i finanziamenti possono sempre diminuire oppure può essere che si conti di realizzare un tal intervento anche grazie a contributi da chiedere ad altri enti (che so, provincia, fondazioni, cee) ma finchè non ce l’hai non puoi essere sicuro di nulla. Certo, per sapere bene cosa piuoi spendere, devi avere una conoscenza più approfondita della situazione eper averla devi comunque entrare nella macchina comunale e anche questo può essere non ancora sufficiente: per esempio pupi anche avere un tecnico e/o un assessore alle finanze che la mettono giù ti fanno più dura di quel che è, ti fanno fare dei tagli,ti gfanno aumentare le rette dei servizi e poi a bilancio consuntivo puoi anche ritrovarti con avanzi di bilancio (lo dico perché ci è successo).
Un esempio che secondo noi si può fare rispetto alle rette dei servizi e che il bilancio può reggere: l’amministrazione Dompè ha aumentato le rette delle mense scolastiche in maniera abnorme (per le fasce medie la tariffa è anche raddoppiata). Oggi gli utenti pagano l’87/% del costo del servizio (dove tra l’altro come voci di spesa è stato inserito di tutto e di più e quindi possiamo anche dire che gli utenti si PAGANO tutto il costo).Che razza di servizio sociale è, se un bambino paga più del buono pasto di un lavoratore? Io penso che il comune dovrebbe stabilire: come considero i servizi. Priorità 1, 2, 3? Che percentuale chiedo agli utenti in base alla priorità assegnata? Il 100%, il 70%, il 60%?. Ecco, per la mensa scolastica io credo che non dovrebbe superare il 60-65%, la cifra complessiva a carico del comune non sarebbe eccessiva e – con un spesa sostenibile – si farebbe un’operazione di equità nei confronti delle famiglie. Per chi oggi è in minoranza dovrebbe essere considerata un obbligo di coerenza visto che tutte le forze politiche hanno protestato per questi aumenti: quel che non mi va bene quando sono all’opposizione dovrei poi cercare di cambiarlo se vado al governo, altrimenti tutto diventa aria fritta e la sfiducia nella politica continua ad aumentare
Ciao
Mimma |
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