Per reddito familiare rientro anch'io in quella fascia cosiddetta media. Non ho problemi quando si tratta di dover pagare qualcosa in più con le tasse: penso di non fare grossi sacrifici, vado in vacanza, ho un'auto, mangio, ho degli hobby. Ci sono altri che stanno sicuramente peggio di me ed è giusto che io contribuisca quando comunque ho la possibilità di soddisfare i miei bisogni e di godere anche del superfluo. Il problema infatti non è questo. Io sono arrabbiato per come vengono utilizzate le mie tasse. Per i tagli che vengono inflitti a scuola, sanità, pensioni: se ho necessità di effettuare una ecografia scopro che pago di ticket 55 euro, quando la prestazione costa 73, e la debbo fare privatamente per non aspettare troppo tempo. Per il degrado degli spazi pubblici. Per il degrado del territorio, sottoposto a speculazione edilizia. Per le prospettive di lavoro di tutti noi, adesso e in futuro. Per le persone che quando lo perdono praticamente vengono abbandonate, per la nostra vecchiaia, che sarà di povertà: non neghiamocelo. Nessuno di noi riuscirà a lavorare fino all'età della pensione: nelle ditte piccole vuol dire sopravvivere al padrone dell'azienda... Per l'ipocrisia dei giornali, della rai, che pago anch'io, obbligatoriamente. Il problema non è pagare qualcosa in più di tasse: questo è giusto, corretto, il ceto medio non ha grossi problemi, se lavora, abbiamo ancora del surplus sufficiente per vivere decentemente. Il problema è che oggi abbiamo paura di perdere gradualmente e rapidamente questo surplus, per finire nel ceto basso. Questa paura è conseguenza della sfiducia.
27/02/2012 - Ma possibile.. (Daniele Borriero) 0 risposte
28/02/2012 - Ma possibile.. (Renato Tramutoli) 0 risposte
RecSando
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22/02/2012 - 