Mi pare una proposta che ha il pregio della concretezza perché, in linea generale, qualunque situazione di fragilità sociale e forme di povertà ci si trovi di fronte ha un costo.
La Sua proposta, comunque, presuppone che prima di chiedersi dove prendere i soldi si sia fatta un’analisi accurata della situazione in merito alle condizioni di povertà presenti sul territorio, dell’entità del fondo che s’intende costituire e della sostenibilità economica da parte del Comune. San Donato accusa come tutti i Comuni le conseguenze della stretta operata dai governi nazionali in questi anni nei trasferimenti statali. Ma la città ha risorse non comuni e, non dimentichiamo che già la tassazione è elevata.
È comunque positiva la proposta che, qualora ci trovassimo di fronte ad un'emergenza sociale, l'intera comunità sia chiamata a essere partecipe del progetto di solidarietà, in ragione delle capacità economiche di ciascuno a incominciare dai rappresentanti politici nelle istituzioni.
Naturalmente andrebbe evitata la distribuzione a pioggia e non credo che Lei abbia pensato a questa metodologia. Aggiungo che la scarsissima fiducia che abbiamo nei confronti degli italiani c’imporrebbe verifiche severissime affinché i poveri, destinati a ricevere aiuti pubblici, siano VERI poveri.
La sua proposta, comunque, dovrebbe rappresentare uno stimolo in più nei confronti della nuova Giunta che, dal suo programma con cui si è presentata alle elezioni, appare molto sensibile sul fronte dei servizi, dei bisogni sociali e della solidarietà civica.
Ha in programma, allo scopo, di approntare un osservatorio sociale.
Già nello Statuto comunale è prevista, a questo scopo, la costituzione della Consulta permanente per la Famiglia, che raccoglie tutto il mondo del volontariato sociale, l’associazionismo culturale e i rappresentanti dei settori comunali interessati.
Ci poniamo in attesa di vedere alla prova la nuova e giovane squadra che ha preso le redini amministrative della città.
|
19/07/2012 - 