Ringrazio il sindaco per questa risposta, che per forza di cose è interlocutoria.
>Il nuovo “Meazza”, all'ombra dei palazzoni dell'Eni, non è un tabù, ma non è neanche la panacea di tutti i mali, il coniglio tirato fuori dal cappello per battere la crisi grazie ai soldi freschi degli oneri di urbanizzazione e di tutti i potenziali benefit collegati al progetto dell'Inter.
Giusto. San Donato in fondo non ha bisogno di quegli oneri di urbanizzazione, con tutti i milioni raccolti con l'IMU.
>Uno stadio da 60mila posti per una società come l'Inter, con il suo spessore internazionale e il suo importante seguito di tifosi, non è certo uno scherzo e, come Amministrazione, abbiamo il dovere di valutare con grande attenzione la proposta per approfondire tutti i pro e tutti i contro che una simile infrastruttura potrebbe avere sulla nostra città.
Giusto. Ma già un'idea ce la possiamo fare sull'impatto che avrà quella "muraglia cinese".
>Vi sono poi da valutare le conseguenze su viabilità, inquinamento, ambiente, qualità della vita; al tempo stesso, non conosciamo quali potrebbero essere i benefici e gli interessi che verranno messi a disposizione della comunità sandonatese, non solo in termini economici, ma anche in termini di servizi, opportunità di lavoro e offerte per la collettività.
Purtroppo lo so come finisce sempre quando sono in ballo progetti così grandi. La spinta di attori così grossi (la società ferroviaria cinese, addirittura, con i suoi miliardi) è quasi irresistibile e l'alternativa fra un SI' e un NO non è alla pari.
Avrei gradito un atteggiamento più deciso, del tipo: "caro signor Moratti, prima di dare l'annuncio sui giornali di un nuovo stadio a San Donato, sarebbe stato bene prima sentire il parere dell'Amministrazione di San Donato, che deve dare il permesso".
Alla fine chi decide se accettare o no il progetto dev'essere la città, rappresentata dalla sua Giunta.
Così come è posta la questione, sembra che la realizzazione sia già data per scontata. |
02/08/2012 - 