Caro Andrea, è bene precisare (soprattutto per Soave) che l'intervento del Cardinale non è estemporaneo, bensì si tratta del "Discorso di Sant'Ambrogio", cioè il discorso annuale alla città riportato in un libriccino che dovrebbe trovarsi in ogni chiesa. Andrebbe perciò letto integralmente e non affidarsi alle sintesi di un giornalista. Mi da l'impressione che si cerchi, parlando della Chiesa, di cercare sempre il cavillo e i non credenti laicisti sono facili a banalizzare.
Il termine "EQUIVICINANZA" di Pisapia l'ho già sentito, almeno come concetto, nel suo discorso di benvenuto al Papa nella visita in piazza d'uomo della scorsa estate. A me da l'impressione che lo usi per sostenere che tutte le religioni sono uguali, quindi evita da Amministratore pubblico di considerare che in Italia (e a Milano), i cattolici sono la grande maggioranza dei cittadini credenti e il cattolicesimo ha forgiato la cultura dell'intero popolo. Cultura che sta piano piano riducendosi proprio per i vari Pisapia.
Dalla sintesi della stampa c'è anche il passaggio che segue e che dovrebbe farci riflettere.
«Parlare oggi di libertà religiosa - ha detto ancora Scola- significa affrontare un'emergenza che va sempre più assumendo un carattere globale»: l'arcivescovo di Milano ha ricordato che fra il 2000 e il 2007 sono stati 123 i Paesi «in cui si è verificata qualche forma di persecuzione religiosa». E purtroppo, ha aggiunto, «il numero è in continuo aumento». Credo che nel discorso sia meglio precisato che quella cristiana sia la religione che subisce più persecuzioni ai giorni nostri. |